Trent’anni fa ne avevo appena otto. Era il 1987 e, a giudicare dalle vecchie foto che quest’estate ho recuperato a casa dei miei, fu un gran bell’anno: in montagna a sciare, in giardino coi gatti, in vacanza in Grecia, qualche picnic, foto di classe (seconda fila al centro, tra Luca e Giovanna).
Se oggi dovessi dare qualche suggerimento a quel bambino che aveva quasi sempre Topolino in mano, che era innamorato di Marzia e Martina, le gemelle che andavano in classe con lui, che a scuola era già un secchione, voleva fare lo scienziato, aveva una valigia piena di Barbie e una stanzetta segreta con tutte le sue collezioni, che gli direi?
Non ne ho idea.
Che gli devi dire a un bambino felice? Avrei molte meno difficoltà con il me stesso di 18 e quello di 28 anni, due veri esperti nel complicarsi la vita. Con loro la lista sarebbe lunga, ma poi so già che l’orgoglio prevarrebbe e li lascerei ripetere gli errori, anche grossi, che tutto sommato hanno fatto di me, me (che non è chissà quale risultato però è l’unico che conosco). Ecco, forse «sii meno orgoglioso, soprattutto degli errori» potrebbe essere il consiglio giusto. Ma, fondamentalmente, più che darlo ai miei vecchi “me stesso” lo sto dando al me attuale.
Perlopiù funziona così in questo tipo di fantasticherie: servono a fare un bilancio e a trovare ciò che potrebbe andare meglio, provando a guardare dall’esterno cioè che invece siamo abituati a vivere dall’interno. Ogni suggerimento retroattivo è in realtà un consiglio per il presente e, ancor più, il futuro.
Grande mistero, poi, è il fatto che anche chi odia i “dovresti” e i “potresti” e i “faresti bene” è in qualche modo ben disposto ad ascoltare quelli che gli altri darebbero a se stessi: è un po’ come spiare e prender nota. Non ti senti direttamente coinvolto ma le raccomandazioni scavano, scavano e ti si appiccicano ai neuroni.
Per questo trovo molto intrigante il progetto 30×30 lanciato da Foilco.
Foilco è un’azienda britannica che produce lamine per stampa a caldo. Fondata nel 1987, per festeggiare i trent’anni di attività ha chiesto a 30 tra designer e illustratori di provare a dare consigli a loro stessi da giovani.
Ne sono usciti di bellissimi, semplici — trovare l’equilibrio, saper dire no (e saper dire sì), amare ciò che si fa, «è una maratona, non è uno sprint» — e complessi. Interessanti anche da punto di vista grafico, perché ciascun ospite ha fatto a modo suo, scegliendo font e composizione.
Come risultato ne sono usciti un libro e una serie di cartoline, entrambi, purtroppo, non in vendita. I consigli, però, si possono leggere tutti qui.