La propaganda, durante l’epoca sovietica, passava per ogni forma d’arte e di comunicazione: dal cinema alla fotografia, dai manifesti ai murales, dai libri illustrati ai biglietti d’auguri.
Neanche i mosaici sfuggirono al controllo del partito e, a partire dagli anni ’50, le facciate e gli interni degli edifici pubblici vennero decorati con tessere colorate raffiguranti i padri della rivoluzione, le conquiste economiche, scientifiche e sportive, le utopie socialiste.
Molti di essi sono visibili ancora oggi, nelle grandi città come nei piccoli, sperduti centri. E non solo in Russia, ma anche nelle ex Repubbliche Socialiste Sovietiche, tra cui l’Ucraina, dove oltre 1000 mosaici sono stati catalogati dal fotografo Yevgen Nikiforov.
Ucraino, classe 1986, cresciuto quindi nell’epoca post-sovietica, Nikiforov ha lavorato per tre anni, dal 2014 al 2017, macinando oltre 35.000 chilometri e visitando più di 100 tra città e villaggi, alla ricerca dei mosaici sovietici rimasti nel suo paese e sopravvissuti all’indipendenza e alle rivoluzioni degli ultimi quindici anni.
Il risultato di questo lungo progetto è un libro, Decommunized: Ukrainian Soviet Mosaics (qui il link Amazon), pubblicato da Dom Publishers, editore tedesco specializzato in architettura.
Nel volume di 250 pagine è raccolta una selezione di 200 scatti, ma molti dei mosaici vengono anche pubblicati su Instagram, attraverso l’account @ukrainianmosaics, nato durante la lavorazione del libro.