Gather: un organizzatore modulare da scrivania

Una delle tante citazioni falsamente affibbiate a Oscar Wilde (perché la legge non scritta dei citaziomani, attribuita anch’essa a Wilde, stabilisce: «se non sai chi l’ha detto, l’ha detto Oscar Wilde») dice: «una scrivania ordinata è sintomo di una mente malata». E mentre mi guardo attorno con un certo sollievo per esser scampato almeno a questo, di sintomo, non posso che chiedermi perché, d’altro canto, io sia irresistibilmente attratto dai cosiddetti organizer da tavolo, quei cosi pieni di cassettini, ciotoline, buchetti e scomparti.

Probabilmente c’è di mezzo una qualche mia battaglia interiore: da una parte l’illusione di poter avere il controllo totale sugli oggetti e, per estensione, anche sui pensieri e le azioni; dall’altra la vitale ribellione nei confronti della metà più ordinata.
Ma — filosofia spicciola a parte — non è questo il punto. Il punto è che uno di quei cosi, che si chiama Gather e di cui riesco a sentire fino a qua l’infingardo canto della sirena, ha debuttato un paio di giorni fa su Kickstarter con l’obiettivo di raccogliere 18.000$ dollari per avviare la produzione, obiettivo che ha raggiunto in appena tre quarti d’ora, raccogliendo in sole 24 ore qualcosa come 100.000$.

Ergo, là fuori è pieno di malati di mente. E il loro — il nostro — re è Jeff Sheldon, designer di Portland e fondatore di Ugmonk, marchio col quale produce t-shirt, accessori, borse, custodie, accessori da scrivania e stampe.
Sheldon, anzi, candidamente dichiara «I’m kind of obsessed with my workspace», e visto che attraverso il suo sito e i social ama raccontare dettagliatamente più o meno tutto quel che gli capita nella vita e nel lavoro, dispensa pure consigli su come avere una scrivania perfetta, al contempo facendo pubblicità ai suoi prodotti.

C’è da dire che Gather è studiato benissimo, e si percepisce che l’ordinatissimo designer l’ha progettato innanzitutto per se stesso (e infatti appare in una delle foto del suo tavolo di lavoro): base in legno, ampliabile grazie ai magneti, scomparti solidi, pensati per essere disposti in diversi modi, e piccoli dettagli intelligenti come la parte concava del porta-smartphone, per accedere facilmente al tasto “home”.

Detto tra noi: probabilmente non lo comprerò. Alla fine riesco sempre a resistere alle sirene che cantano e incantano, anche quando prendono la forma di gif animate come quelle che seguono, che mostrano i vari usi di Gather.

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