“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson, 2017

Type Tells Tales: quando la tipografia racconta

In letteratura si parla spesso di “voce”: chiunque voglia fare dello scrivere un lavoro, dovrebbe avere la propria, unica e inconfondibile esattamente come il timbro vocale. Il problema è trovarla. E sperare (ma soprattutto lavorare in modo tale) che sia interessante.
Si sente molto meno spesso citare, invece, almeno dai non addetti ai lavori, la “voce tipografica”, cioè qualcosa di simile alla personalità di un carattere. Per dare una definizione forse un po’ più efficace di un’espressione del genere, bisogna immaginare una voce vera e propria.
Così.

Prova a immaginarla come una scena corale. Che voce daresti a ciascuno di loro?

È piuttosto ovvio che un carattere che parla con la tonalità di un saccentone dall’aria severa non è molto adatto a una ricetta di cucina. E ce li vedi Acme e Aclonica, qua sopra, a un funerale?

Di voce tipografica parla questo libro, o meglio del bisogno di alzarla, quella voce, che designer e artisti hanno cominciato ad avere tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo, quando hanno preso per mano i caratteri tipografici, le lettere, e da comprimari quali erano, sempre un po’ fuori scena rispetto al protagonista assoluto, il testo, li hanno fatti salire fino alle luci della ribalta.

“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson,

Munari, Marinetti, Picabia, John Cage: è con loro che inizia Type Tells Tales (il titolo, molto azzeccatamente, sembra uno scioglilingua), che in oltre 200 pagine e più di 300 illustrazioni passa in rassegna il lavoro di designer, tipografi, illustratori e artisti in generale che hanno dato carattere… ai caratteri.

Curato da due designer e divulgatori d’eccezione come Gail Anderson e l’inesauribile Steven Heller, Type Tells Tales si apre con un bellissimo incipit, che cito:

Un carattere è come il pupazzo di un ventriloquo. Non può parlare o pensare da solo. Tuttavia, con un autore esperto a scrivere i testi e un acuto designer a tirare i fili, sembra non ci possano essere limiti alla capacità della tipografia di interpretare emozioni, esprimere, attrarre e, sicuramente, guidare il lettore da un pensiero all’altro.

“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson, 2017
“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson, 2017
“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson, 2017
“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson, 2017
“Type Tells Tales”, di Steven Heller e Gail Anderson, Thames & Hudson, 2017
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