a cura di Slideluck Napoli
Slideluck è un’organizzazione artistica, internazionale e no-profit, che si dedica alla creazione e al rafforzamento del senso di aggregazione attraverso il cibo e la fotografia. Dal 2000 Slideluck ha organizzato eventi in oltre 100 città in tutto il mondo, che uniscono slideshow multimediali a cene creative. L’organizzazione funge da vetrina per l’esposizione di progetti innovativi e si rivolge a fotografi, curatori, collezionisti ed editor, in un contesto creativo.
Roberta Fuorvia e Teodora Malavenda, art e local directors di Slideluck Napoli, hanno lanciato, insieme a Francesca Bellino (curatrice dell’account @slidelucknaples) e Sasha Taormina (responsabile ufficio stampa) cinque contest con cui propongono ogni settimana un tema differente, invitando i fotografi a condividere i propri scatti con l’hashtag dedicato. A conclusione di ogni settimana viene scelta la foto più attinente con l’argomento proposto.
La fotografa scelta per la terza settimana, con il tema #pollution, è Rachele Montoro, che è stata intervistata da Roberta e Teodora.
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Raccontaci lo scatto con cui hai vinto il terzo contest Instagram indetto da Slideluck Napoli con il tema pollution.
Ho pensato all’inquinamento in senso metaforico.
Ho ricordato di una storia d’amore che “inquinava” i miei occhi e non mi permetteva di vedere chiaramente me stessa.
Ho messo su una playlist per la creazione dell’immagine, sono andata al negozio dei cinesi di fronte casa, ho comprato una maschera da sub e un bel fumogeno nero. Ed ecco lo scatto!

Raccontaci il percorso che ti ha avvicinato alla fotografia.
Ho incontrato la fotografia da piccola, mentre compravo un Chupa Chups a cui era allegata come gadget una piccola macchina fotografica.
L’ho tenuta con me per anni, perdendola e ritrovandola più volte, l’ultima un anno fa.
Il mio rapporto con la fotografia è una curva sinusoidale e mi piace che sia così.

Dando uno sguardo al panorama fotografico contemporaneo, consigliaci i nomi di tre giovani fotografi da tenere d’occhio.
Ren Hang, David Talley e poi, anche se non è contemporaneo, Robert Mapplethorpe.

Vogliamo conoscerti meglio, capire cosa ruota intorno al tuo pensiero artistico e sapere da te il titolo di un libro, di un film e di una canzone a cui sei particolarmente legata.
La soundtrack del mio processo creativo: Hammock, Then the quiet.
Libro: Molto forte, incredibilmente vicino.
Film: Requiem for a dream.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Viaggiare con in tasca una usa e getta.
Descrivere la grammatica di un addio e stabilire l’anatomia dell’amore.

Cosa rappresenta per te la fotografia e qual è il genere e lo stile che prediligi?
Mi piace che nella mia fotografia ci sia ordine.
Fare del mio ermetismo una nota definita.
Mi piace anche il minimalismo.
Io sono una foto pulita confinata da parole asmatiche.
Ci sono degli autori specifici a cui fai riferimento?
Mi influenzano tantissimo gli scrittori di inizio ‘900 e le canzoni strumentali malinconiche.
Cerco di rifarmi spesso ai quadri di metà ‘900.