
Quando si tratta di tagliare un pezzo di pecorino durante una faticosa passeggiata in montagna, organizzare un banchetto improvvisato sulla spiaggia, sbucciare rametti seduto sulla panchina del parco per bullarti come un vero boscaiolo oppure smezzare un pezzo di fumo, c’è sempre l’amico che ne sa, e quell’amico che ne sa ha in tasca un Opinel.
I coltelli Opinel non hanno bisogno di presentazioni e l’azienda francese (o meglio, savoiarda) fondata dall’omonima famiglia ha creato un tagliente impero proprio a partire dall’intuizione del giovane Joseph, figlio di Daniel e nipote di Victor-Amédée, entrambi fabbri.
Appassionato di quelle che all’epoca erano le nuove tecnologie Joseph Opinel convinse il padre a utilizzare le macchine nella produzione di un tipo di coltello da lui progettato, che immaginò di buona qualità ma economico, in modo che tutti potessero acquistarlo, e in varie misure (inizialmente 121), in modo da poter essere utilizzato da mani diverse e per usi diversi.
Utilizzato indifferentemente da contadini, escursionisti, montanari purosangue, amici hipster, tizi che truccano il motorino, pusher e molestatori, il coltello Opinel è quanto di più trasversale ci sia, e ultimamente pure gli artisti si sono dati da fare per decorarlo o utilizzarlo in modi non convenzionali.
In collaborazione con l’associazione francese Art by Friends dallo scorso gennaio Opinel porta in giro per il mondo un’esposizione itinerante dal titolo Opinel Séries, che coinvolge più di 80 artisti e dopo aver toccato Annecy (in Alta Savoia, non lontano dal quartier generale dell’azienda), Bayreuth (in Baviera), Montreal (Canada) e Ginevra (Svizzera), dal 15 al 29 ottobre attraverserà le Alpi per arrivare a Vicenza.
Durante la tappa vicentina, ospitata presso gli spazi del concept store Zerogloss, saranno 30 le opere esposte, per altrettanti artisti, molti dei quali italiani, ciascuno alle prese, a modo suo, con una lama Opinel.
Tra l’altro durante la serata d’inaugurazione sarà presentato il modello in edizione limitata realizzato in collaborazione con Ale Giorgini.