C’è un termine, che è anche un concetto e un fenomeno, che sta alla base dell’intera realtà materiale e immateriale in cui siamo immersi, nell’infinitamente grande come nell’infinitamente piccolo. Questo termine è connessione.
Dalle particelle subatomiche agli ammassi di galassie, dalle reti neurali al web, dalle piante (c’è un recente e affascinante TED Talk dell’ecologa e ricercatrice americana Suzanne Simard che spiega come anche gli alberi, anche quelli di specie differenti, comunichino tra loro attraverso il carbonio, mandandosi avvertimenti, eventualmente aiutandosi, talvolta facendo anche i “bulletti”) alle società organizzate del mondo animale fino a noi esseri umani, che comunichiamo, viaggiamo, commerciamo, scambiamo, impariamo, produciamo arte e cultura ,continuando fin dalla notte dei tempi ad allargare, aggiornare e migliorare senza sosta i mezzi attraverso i quali allacciare e sviluppare connessioni.
Oggi abbiamo la rete, prima sono arrivate le radio, i telefoni, la televisione, e prima ancora c’erano le strade e i sentieri. Soprattutto, c’erano i mari. Sulle sponde del Mediterraneo si è sviluppata l’intera società occidentale e ora, secoli e secoli più tardi, quello stesso Mediterraneo è il bersaglio dell’indagine di un bel magazine indipendente di fotografia fondato da Arianna Angeloni e Teodora Malavenda (che ho intervistato, un anno fa, proprio riguardo a questo progetto).

(foto: Frizzifrizzi)
Il magazine, trimestrale, si chiama Maps, e ospita testi e immagini di giovani fotografi emergenti che presentano sulla rivista i loro progetti.
Oltre appunto al Mediterraneo, che funge da bacino geografico, da humus creativo e da dispositivo capace di innescare spunti e tematiche, ogni numero è legato da un tema differente e quello di questa seconda uscita sono appunto le connessioni.
«L’esistenza intesa come trama complessa di imprescindibili relazioni. Relazioni come connessioni tangibili o metafisiche. Connessioni umane, connessioni con i luoghi, connessioni con la natura, connessioni con la memoria. Connessioni come geografie emotive»
—Arianna Angeloni e Teodora Malavenda, su Maps Magazine #2
Il risultato, come nel primo numero, è un’opera che si rivela tutto l’opposto di una semplice antologia di serie fotografiche interessanti (come spesso capita in progetti del genere) e si mostra piuttosto come un insieme compatto e sensato, rendendo evidente che alle spalle c’è un’ottima “regia”, delle ottime capacità curatoriali, quelle di Arianna e Teodora.
Maps Magazine si può sia sfogliare integralmente e gratuitamente online che acquistare in formato cartaceo in alcune selezionate librerie e bookshop oppure scrivendo a [email protected]

(foto: Frizzifrizzi)

(foto: Frizzifrizzi)

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