Non per fare i nostalgici ma oggi, esattamente come i “volti” dei modelli che pubblicizzano, le brochure delle automobili si somigliano tutte e difficilmente viene voglia di conservarle e metterle in archivio o in libreria come “esempi di bel graphic design”. E dagli anni ’80 la promozione dei nuovi modelli si fa principalmente attraverso la tv.
Un tempo, sia quando il mercato delle auto era riservato solo a pochi eletti, sia quando “esplose” e arrivò alle masse, cercare di conquistare un potenziale cliente innanzitutto con la grafica delle brochure (e le pubblicità sui giornali: vedi ad esempio la storica campagna della Volkswagen, unanimemente considerata come la migliore di tutti i tempi) era la norma — ma anche le pubblicità tv meritavano davvero: guardati questa del ’71 per la Fiat 127…
I colossi dell’automotive assoldavano i migliori designer in circolazione i quali, spesso e volentieri, avevano la possibilità di sperimentare in quanto a concetto, composizione, font e colori.
E il meglio di quanto prodotto in fatto di brochure di automobili da inizio Novecento fino ai primi anni ’70, perlomeno per quanto riguarda il mercato americano, è il tema di questo nuovo libro pubblicato da Taschen e intitolato Automobile Design Graphics.
Curato da Jim Heimann, storico del design, antropologo culturale, grande collezionista e dirigente di Taschen, insieme a Steven Heller, storico art director del New York Times, oggi editorialista del New York Times Book Review e autore di decine di libri sul design e l’illustrazione, e a Jim Donnelly, giornalista specializzato nel settore auto, il libro contiene saggi brevi e soprattutto decine e decine di immagini e di esempi di ottimo graphic design.