Nato ormai sei anni fa (ne parlai anche, a suo tempo), Wrap Magazine è una rivista “da consumare”, nel senso che se da una parte l’intento è quello di celebrare l’illustrazione contemporanea, dall’altra l’idea iniziale era quella di creare un magazine pieno di opere da staccare e utilizzare come carta da pacchi d’autore—oppure, volendo, come poster.
Col passare del tempo, però, i contenuti hanno cominciato ad aumentare e aumentare, e la rivista a rimpinguarsi di articoli, interviste e reportage—sempre sul mondo dell’illustrazione e quel che ci gira attorno. L’ultimo numero ad esempio, uscito la scorsa primavera e di grande formato come tutti gli altri usciti in questi anni, poteva contare su ben 120 pagine e 5 fogli staccabili.
Dal 2015 il progetto è in pausa, perlomeno il magazine, perché nel frattempo Wrap è diventato un marchio più strutturato, con un negozio online che vende anche prodotti di altri brand e specializzato in guide illustrate, cartoline, vasi, persino calzini—ovviamente coloratissimi, esattamente come i blocchi note realizzati in collaborazione con tutta una serie di illustratori (qualche nome: Charlotte Trounce, Ruby Taylor, Cynthia Kittler, Pat Bradbury) e disponibili in diversi formati.
