Grammature, lavaggi, doppie tinture, sabbiature, candeggiature, baffature, telai a navetta o telai a proiettile… Quello del denim è un universo complesso e ricchissimo di dettagli, scuole di pensiero, tradizioni, riscoperte, evoluzioni tecnologiche (è di pochi giorni fa la notizia della collaborazione tra Levi’s e la start up americana Evrnu per realizzare il primo paio di jeans totalmente riciclato, realizzato col cotone di 5 t-shirt usate).
Se fino a una decina di anni fa la stragrande maggioranza di chi comprava un paio di pantaloni in denim semplicemente — beh, semplicemente comprava un paio di pantaloni in denim, orientandosi in base a portafogli, moda del momento e passaparola, oggi grazie ai tanti blog sull’argomento, curati da veri esperti del settore, ne sappiamo tutti un po’ più di prima, o comunque c’è una gran quantità di materiale a disposizione per chi ha voglia di approfondire.
Ed è proprio il fondatore di uno di questi blog — Thomas Stege Bojer, danese, “papà” di Denimhunters — l’autore di un libro pubblicato in questi giorni da Gestalten e intitolato Blue Blooded, ironico gioco di parole tra la passione più carnale per il tessuto blu e quella certa aura di nobiltà riservata a quell’elite di veri conoscitori e divulgatori di cui Bojer fa parte.
Co-autore assieme a lui di questo volume di oltre 250 è il giornalista inglese Josh Sims, che collabora con testate come Wallpaper*, il Financial Times, l’Independent ed Esquire; anche lui, manco a dirlo, super-appassionato di denim.
Tra raro materiale d’archivio, vecchie pubblicità, interviste a designer, approfondimenti su alcune tra le più storiche aziende e su tutta la filiera produttiva, decine e decine di aneddoti e curiosità, anche sull’influenza del denim sul mondo del lavoro prima e su quello della cultura e del costume poi, oltre ad informazioni su ogni singolo dettaglio di un paio di jeans e, dulcis in fundo, consigli utili sulla scelta, la cura, i lavaggi del proprio paio di jeans.