Graffitiremovals: quando cancellare diventa involontariamente arte

Più che mai d’attualità, visti i fatti di Bologna, la cancellazione dei graffiti vive in quel territorio grigio (e di nuovo la mente va a Blu) in cui l’eliminazione di una propria opera come atto politico si trova a dover convivere con gli assalti dei comitati cittadini anti-degrado, gli interventi delle istituzioni (quasi sempre sotto campagna elettorale) e azioni situazioniste a volte totalmente inconsapevoli, come quasi sempre inconsapevole è il risultato ottenuto dai “cancellatori assatanati” che spesso — attraverso le chiazze prodotte da acqua, sapone e olio di gomito, oppure le “toppe” colorate che coprono tag e graffiti — diventa a sua volta vera e propria arte, paradossalmente realizzata da chi non sa apprezzarla.

Un sito, dal nome Graffitiremovals, e il relativo e ben più aggiornato profilo Instagram @graffitiremovals da qualche mese sta raccogliendo proprio esempi di arte casuale e involontaria di questo genere: ce ne sono a decine, alcuni davvero pazzeschi nella loro surreale bellezza. E chiunque ne veda uno, per strada, può inviarlo per vederlo pubblicato.

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