Se il ’77 fu l’anno della vera e propria esplosione del punk—si parla infatti di punk 77 per indicare quello “vecchia scuola” e distinguerlo dalle ondate successive—si tende a far risalire le origini del genere al 1974/75. Oltremanica però preferiscono scrivere sul “certificato di nascita” l’anno 1976, quello in cui uscì il primo singolo dei Sex Pistols, Anarchy in the UK (l’album, Never Mind the Bollocks, invece è del ’77).
Che l’anniversario dei quarant’anni sia già passato o cada quest’anno, nel mondo si moltiplicano le retrospettive e gli eventi: al MET di New York due anni fa una mostra ha raccontato il rapporto tra punk e alta moda; a Birmingham, lo scorso settembre, un’altra esposizione si è focalizzata sull’immaginario grafico; dello splendido libro per bambini What is punk? ho già parlato, mentre la città di Londra, in questo 2016, è un susseguirsi di iniziative, che ruotano tutte attorno a un titolo e a un sito che non lasciano adito a dubbi: punk.london.
Londra come capitale del punk, dunque (anche se gli americani potrebbero avere qualcosa da obiettare), come mostra anche questa mappa pubblicata dall’editore inglese Herb Lester e intitolata, anche questa, semplicemente Punk London .
Curata dal giornalista e scrittore Paul Gorman, la mappa indica e racconta quelli che quarant’anni fa furono i luoghi caldi del punk inglese, luoghi che nella maggior parte dei casi, oggi, sono molto cambiati e alcuni «sono minacciati dal dilagante sviluppo immobiliare che stiamo vivendo», come racconta lo stesso Gorman in questa bella intervista uscita sul magazine online Huck.
Sono oltre 100 i luoghi indicati sulla mappa, dal leggendario Sex, il negozio di Malcolm McLaren e Vivienne Westwood, al refettorio della St Martin’s School of Art, dove i Sex Pistols tennero il loro primo concerto davanti ad appena una dozzina di spettatori.