La Treccani definisce la “forma” innanzitutto come “l’aspetto esteriore con cui si configura ogni oggetto corporeo o fantastico, o una sua rappresentazione” per poi indugiare in tutta una serie di sfumature e contesti particolari (scienze naturali, filosofia, ordinamento sociale, economia, letteratura, diritto, sport, tipografia…).
Solitamente messa in opposizione a concetti come “contenuto”, “immagine”, “materia”, soprattutto in filosofia il dibattito va avanti da secoli e paradossalmente il concetto di forma è quanto di più astratto e informe possa esistere.
Ce n’è di che perdersi. Ancora di più se prendi quel mucchietto di lettere solo apparentemente innocenti—s h a p e—e le lanci addosso a tutta una serie di artisti invitandoli a dare la loro definizione, che è poi il meccanismo alla base di questo magazine, Define, di cui ho già parlato in occasione dell’uscita del primo numero.
E in questo #2, che attualmente si può soltanto pre-ordinare online, a mettersi in gioco e mostrare cos’è per loro una “forma” ci sono decine di artisti e professionisti tra fotografi, pittori, graphic designer, art director, industrial designer—e fin qua sembra quasi ovvio—ma anche una scrittrice, un’artista tessile, una fiorista, un’acconciatrice. una correttrice di bozze, una donna d’affari, un’artista dell’uncinetto…





