«Le opere mostrano spesso gli interni di edifici della fine del XIX secolo e ricordano allo spettatore dimore stregate. Le immagini dei corridoi senza fine con le porte chiuse, le finestre cieche, le sale vuote e le scale a chiocciola sembrano essere la visione unica di un enorme e labirintico edificio, che pare continuare sempre di più nel bianco», afferma l’artista tedesco Simon Schubert, che piegando ad arte fogli di carta bianca realizza complicati e dettagliati ritratti di interni.
Si tratta di dettagli di edifici reali, ad esempio la Berlin Stadtschloss e Marienbad.
Schubert dice di ispirarsi ai ritratti luminosi del pittore danese Vilhelm Hammersho.
Una visione onirica straniante e raccapricciante oltre che bellissima.












