
Non bisogna avere alcun timore reverenziale. Questo va capito: che non bisogna temere niente, e nemmeno fare le riverenze ad altro.
Cerchiamo di intenderci: non si tratta di prendere la rincorsa e buttarsi in un burrone convinti che “Qualcuno ce la manderà buona”, bensì di mettere al centro la serenità delle competenze e quella dose di geniale fatalismo che mi sembra figlia dell’impegno quotidiano di chi, fatto tutto il possibile, si attrezza suo malgrado per l’impossibile e l’improbabile.
Lamentarsi e/o odiare, ve lo dico subito: nel 2016 non sarà più di moda.
Ci aspettiamo un anno pop, da queste parti. E anche con il mio direttorissimo creativo a cui ho dato questo bisticcio prima di Natale ci siamo trovati d’accordo: bisogna essere protagonisti del proprio tempo.
Io, che sono un grande moderato, interpreto l’invito come l’incoraggiamento a diventare una rockstar. Da qui l’esortazione per l’anno che viene è quella di trovarsi un palco per poter finalmente andare in scena. Una volta lì, mi raccomando: tenere lo sguardo sul vostro pubblico, che è con voi e da voi si aspetta molto.
Comunque vada poi, sarà successo!
