la copertina di 10 e 9, disegnata da Giulia Sagramola

IO e la TIGRE: intervista alla band, in uscita col nuovo disco, illustrato da Giulia Sagramola

Il 10 e il 9 se ne stanno lì, sulla linea dei numeri, così vicini eppure così diversi. Così diversi, eppure così vicini.
Il 10 e il 9 sono i numeri che Aurora e Barbara hanno giocato alla roulette, un giorno d’estate di qualche anno fa, al Casinò di Montecarlo, dove sono arrivate sbagliando uscita sull’autostrada. Per la cronaca: hanno perso 50 Euro e poi sono filate via.
Il 10 e il 9 sono il giorno e il mese in cui è uscito il primo EP di IO e la TIGRE. Era il 2014 e con quel disco—a metà tra uno schiaffo e una carezza—Aurora Ricci (IO) e Barbara Suzzi (la TIGRE) si sono fatte conoscere nella scena della musica italiana indipendente.

10 e 9 è anche il titolo del primo LP della band, in uscita il prossimo 10 dicembre, anticipato dal singolo e dal video de I santi, in copertina un’illustrazione di Giulia Sagramola, tra le più interessanti e promettenti fumettiste della sua generazione.

Nel tentativo di farmi raccontare com’è nata questa collaborazione, una domenica mattina mi metto in contatto con Aurora e Barbara, che si sono conosciute tanti anni fa, in un’altra band, poi qualcosa non ha funzionato e le due hanno evitato di incrociarsi per un intero decennio, per incontrarsi quasi per caso nel 2012, incominciando a ricostruire una relazione della quale IO e la TIGRE è sia il simbolo che la “terapia” che permette loro di continuare a coltivarlo, questo rapporto.

Al telefono, o meglio su Skype, queste dinamiche escono fuori in tutta la loro potenza, con Barbara e Aurora che discutono anche mentre parlano con me, l’una facendo notare qualcosa all’altra, precisando, correggendo, ritrovandosi all’improvviso in sintonia e uscendosene fuori con le voci che vanno all’unisono.

Un paio di giorni dopo riesco a raggiungere anche Giulia, che è ad Angoulême, capitale europea del fumetto, per una residenza artistica, e che ha da poco pubblicato per BAO il suo primo graphic novel Incendi Estivi.

Quella che segue è dunque un’intervista a tre, che passa attraverso la rete fino ad attraversare le Alpi, per scoprire com’è nato 10 e 9 e com’è venuta fuori l’idea della copertina, in cui sul fronte IO sostiene la TIGRE mentre sul retro, al contrario, è la TIGRE a sostenere IO, e dove entrambe ti guardano in faccia, come a dire “siamo insieme e insieme possiamo sfidare il mondo”.

* * *

Com’è nato il disco?

la TIGRE: Il disco è nato durante il tour dell’EP, uscito a settembre dell’anno scorso. Mentre eravamo in tour sono nate alcune delle altre canzoni. Visto che in giro per concerti non avevamo molte possibilità di provarle, ci siamo prese qualche settimana per noi, a maggio.

Come ci lavorate sui pezzi?

la TIGRE: IO scrive i testi e le parti di chitarra. Io, la TIGRE, ci aggiungo la batteria, poi assembliamo.

IO: [ridendo, ndr] E diventa “tigrosa”.

Che disco è, 10 e 9?

IO: il disco è molto in sintonia con l’EP, che è una sorta di anticipazione al disco stesso. È un mix tra quello che ascolta mia mamma e quello che ascolta la TIGRE. Qua, a differenza dell’EP, ci siamo lasciate andare di più nella fase di studio e di registrazione: non siamo rimaste nella nostra impostazione fissa chitarra e batteria ma abbiamo ad esempio inserito un po’ di tastiere, come ad esempio nel primo singolo I santi, divertendoci nel cambiare un po’, senza la paura di uscire dalla modalità per cui ci conoscevano quelli che avevano apprezzato l’EP.

(foto: Giulia Mazza)
(foto: Giulia Mazza)

A proposito de I santi: è un pezzo che potrebbe sorprendere chi vi seguiva da prima.

IO: È stato un po’ un azzardo perché è un pezzo molto “carezza”—il nostro manifesto è questo: carezze e schiaffi—però il resto del disco è piuttosto equilibrato.

la TIGRE: E anche qua raccontiamo le nostre storie, il nostro incontrarci in sala prova, il nostro vissuto. Scrivere e suonare canzoni è un po’ il nostro percorso terapeutico. Lo diciamo sempre: nel momento in cui quello che facciamo smetterà di renderci felici, allora smetteremo pure di farlo.

IO: Non è un disco che ha un concept, dietro. È un disco che nasce dal quotidiano, un diario. Quello che ci succede, direttamente o indirettamente, entra nelle canzoni.

Credo che proprio per questo un’artista come Giulia Sagramola sia perfetta: nel suo segno, nel suo modo di raccontare—anche questo spesso riconducibile a un diario—traspare la stessa franchezza e la stessa urgenza che si ritrovano nei vostri pezzi.

la TIGRE: anche a me ha colpito tantissimo questa cosa. Io ammetto di conoscere molto poco il mondo dei fumetti e dell’illustrazione, ma mi affascina molto. Da quando abbiamo conosciuto Giulia mi sono messa a guardare un sacco di cose e l’ho ritrovata anche io quella purezza e spontaneità nei suoi lavori.

IO: è stato incredibile! La prima volta che ci siamo sentite al telefono sembrava di conoscerci da una vita. Lei non ha paura di mostrare le fragilità sue e dei suoi personaggi, è pure auto-ironica, e questo ci accomuna molto. È un modo di prendersi meno sul serio che, nella musica…

(foto: Giulia Mazza)
(foto: Giulia Mazza)

…probabilmente servirebbe molto di più.

IO: esatto, sarebbe stato molto più funzionale essere introverse, turbate e magari dire molte meno cacchiate sui social, ma noi non ce la facciamo proprio a resistere. Anche durante i concerti esce fuori la nostra vena da “avanspettacolo” [ride, ndr]

la TIGRE: quando smetteremo di suonare potremmo riciclarci come comiche. O come conduttrici di un programma radiofonico.

Potreste funzionare. Io ora vi sento raccontare in coppia, sullo stesso telefono in cui ascolto la radio, è siete molto portate per il botta e risposta e i tempi comici.

la TIGRE: non incentivarci!

IO: ci siamo appena date un cinque…

la TIGRE: litighiamo anche un sacco eh, ma quando siamo in sala prove o su un palco, anche se siamo arrabbiate l’una con l’altra, cosa che capita visto che siamo esseri umani, allora passa tutto.

Giulia Sagramola al lavoro
Giulia Sagramola al lavoro
(foto: Alain François)

Torniamo alla collaborazione con Giulia Sagramola. Da quant’è che la conoscete?

IO: Giulia ha sentito l’EP, ci ha scovate online credo verso dicembre 2014, e ci ha mandato un messaggio dicendo che le nostre canzoni le avevano stimolato delle immagini e quindi aveva iniziato a fare dei bozzetti ascoltando IO e la TIGRE.

la TIGRE: noi ovviamente siamo state lusingatissime. Perché al di là del fatto che Giulia sia una bravissima disegnatrice e una persona molto sensibile, quando ci ha scritto la prima volta non la conoscevamo.

IO: io in realtà, abitando a Bologna, avevo visto le sue cose per il BilBOlbul. Avendo amicizie in comune, qui a Bologna, è un attimo conoscersi. A parte te, Simone: non ci siamo ma incrociati.

Io sono orso.

la TIGRE: [ridendo, ndr] puoi chiamarla così l’intervista: “IO, la TIGRE e l’orso”.

IO: no perché c’è già la band! Facciamo subito un incidente diplomatico. Bisogna scegliere una sottospecie, tipo il grizzly. “IO, la TIGRE e il grizzly”.

(foto: Giulia Mazza)
(foto: Giulia Mazza)

Orsi a parte, torniamo a Giulia.
la TIGRE: sì, non so se riesco a spiegare bene il concetto ma quando suoni, se uno ti dice che grazie alla tua musica o ai tuoi testi ha avuto degli stimoli per il suo lavoro, è una cosa davvero meravigliosa. Una delle più belle che si possano desiderare.

La musica non va a finire per aria ma entra dentro a qualcos’altro.

la TIGRE: da lì comunque abbiamo cominciato a costruire una sorta di rapporto con lei.

IO e la TIGRE, in coro: epistolare.

IO: poi ci siamo sentite via skype lo scorso maggio e siamo state un’ora e mezza a chiacchierare e lei in base alla chiacchierata ha cominciato a disegnare la copertina del disco, che per noi è perfetta, stupenda, simboleggia esattamente IO e la TIGRE, il sostegno reciproco.

la TIGRE: Se la fai girare come una trottola su se stesso vedi in alternanza IO che sostiene la TIGRE e la TIGRE che sostiene IO. Ha colto l’essenza.

la copertina di 10 e 9, disegnata da Giulia Sagramola
la copertina di 10 e 9, disegnata da Giulia Sagramola

Mi vuoi raccontare come ci hai lavorato, Giulia?

Giulia: volevo giocare su loro due, come figure, perché sono molto espressive, hanno caratteristiche che le rendono quasi dei personaggi dei fumetti. Barbara con la maschera, un po’ più punk, e Aurora invece un po’ più dolce, ma tutte e due assieme rappresentano la stessa persona: siamo tutte, tutti, in parte IO e in parte la TIGRE. Questo dualismo—il non dover scegliere se essere debole e dolce o forte e grintosa—mi piaceva molto. Quindi ho cominciato a disegnare tantissimo.

E sei arrivata all’abbraccio.

Giulia: prima ho ritratto la TIGRE che sosteneva IO, e lì mi sono chiesta “perché non anche il contrario?” e allora mi è venuta l’idea di fare anche IO che sostiene la TIGRE.
Poi ho cominciato a giocare con i colori. E, non c’è niente da fare, a me piace usare pochi colori. Per alcune cose mi sembra che mettere meno dia più… uno schiaffo.

il retro della copertina
il retro della copertina

Tra l’altro entrambe guardano dritto in faccia chi si trova davanti a loro. Come a dire: non abbiamo paura di niente.

Giulia: IO e la TIGRE si sono trovate, anzi si sono ri-trovate, che è una cosa bellissima. Anche io ho avuto un’esperienza simile con una carissima amica quindi è come dire “sai che c’è? Adesso che stiamo insieme non c’ammazza più nessuno”.

Hai avuto carta bianca?

Giulia: sì, perché è stata una collaborazione, non una commissione.

La collaborazione tra voi continuerà?

la TIGRE: per ora non possiamo anticipare niente ma qualche idea c’è.

IO: anche perché dalla telefonata su Skype di cui parlavamo prima è uscito fuori un mondo.

Giulia: l’idea che avevamo tutte quante era di creare una sorta di “filo” ed eventualmente continuare a lavorare assieme. Abbiamo mille cose in comune e quando ci siamo sentite è uscito fuori un fiume di robe.

la TIGRE: poi in realtà la nostra è una collaborazione che era già “scritta” da tempo. Perché Giulia di cognome fa SaGRRRamola, con tre R…

La prima cosa che mi viene in mente è: che bello sarebbe un video di animazione fatto da lei per un vostro singolo.

IO e la TIGRE, in coro: ehhh [lungo sospiro, ndr]

IO: afferrato il concetto?

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