amuseum #2 (l'illustrazione di copertina è di Benjamin Marra)

Amuseum: una nuova, pazza rivista, da visitare come un museo

Da ragazzino adoravo i manuali, tipo Giovani marmotte, perché dentro c’era di tutto e di più, da come riconoscere le bandierine segnaletiche che usavano i marinai alle istruzioni per costruire la casa sull’albero.
Ma ce n’era uno, di manuale, che andava anche oltre, e ovviamente era il mio preferito: l’autore era un “tuttologo” come Vezio Melegari, le illustrazioni erano affidate ai fratelli Origone e si chiamava Il manuale del curioso.

Uscì per Mondadori nel 1986, quando avevo sette anni, e io ci passai sopra dei mesi, tra schede illustrate sull’origine dell’universo in base al pensiero dei filosofi presocratici, teorie psicologiche sull’associazione delle idee, estratti dal celebre De Magnalibus Urbis Mediolani di Bonvesin de la Riva, antiche maschere demoniache, spartiti coi canti degli uccelli, dialoghi dalle commedie di Goldoni…
Insomma, un viaggio pazzesco nel “tutto”, una sorta di gigantesco museo su carta, un museo del sapere—e dell’effimero—che ti faceva ficcare il naso (a proposito di naso, nel manuale c’era pure un’antica tavola illustrata su tutte le possibili deformazioni del medesimo) un po’ dappertutto, stimolando la capacità di collegare informazioni apparentemente distanti e soprattutto spingendoti a voler approfondire, andando a cercare altri libri, altri manuali.

Dopo quasi trent’anni, quello stesso spirito del Manuale del curioso, o perlomeno molto simile, lo ritrovo in un nuovo semestrale inglese fondato da un pluripremiato graphic designer e illustratore, Dan Stafford, che ha riunito attorno a sé fumettisti, disegnatori, giornalisti e tuttologi per lanciare amuseum, “rivista giocosa”—come recita il claim—“che guarda gli oggetti in modo differente”.

Il nome è un gioco di parole tra amuse, cioè divertire, intrattenere, e a museum, un museo.
E amuseum in un certo senso è, e fa, entrambe le cose, mescolando alto e basso, sublime e ridicolo, mettendo insieme i riti masochistici degli indiani Shoshone a un informatissimo pezzo sulle cause neurologiche del perché quando riceviamo una botta subito ci strofiniamo l’area per trovar sollievo. Dai dischi d’oro spediti nello spazio con le due sonde Voyager ad alcune misteriose tecnologie mediorientali. Il tutto costruito per aree tematiche chiamate “exhibitions”, mostre, intervallate da fumetti fuori di testa e tantissime illustrazioni.

amuseum #2 (l'illustrazione di copertina è di Benjamin Marra)
amuseum #2
(l’illustrazione di copertina è di Benjamin Marra)
amuseum #2
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