Non ha la poesia del video di cui ho parlato qualche giorno fa—quello sulla carta washi—ma anche questo filmato, che mostra tutte le fasi della lavorazione delle Kokeshi, le tradizionali bamboline in legno giapponesi, può essere considerato come “maker porn” di altissimo livello.
Piccola parentesi sul maker porn: il mostrare in maniera succulenta e sensuale una produzione artigianale non è certamente una novità, ma dopo la scorpacciata (in tutti i sensi) e l’indigestione (pure) di “food porn”, ora gli sguardi allupati pian piano si allontanano dalle cucine per entrare nelle botteghe, e pure un vecchio volpone e gran raccontastorie come Anthony Bourdain si è buttato nella mischia con la serie Raw Craft.
Torniamo al video, che riprende un artigiano all’opera nel suo laboratorio che s’affaccia sulla strada, in quel di Sendai, città della regione di Tōhoku, nel nord est del Giappone, là dove fin dal XVIII secolo le bamboline vengono prodotte, inizialmente come souvenir per chi si recava nei tanti stabilimenti termali della zona, e diventando poi uno dei tanti prodotti tipici diffusi in tutto il Paese (e oltre: le Kokeshi pare abbiano ispirato le matrioske russe). Tra l’altro—i giocatori di Nintendo Wii se ne saranno già accorti—i pupazzetti fatti di pixel chiamati Mii sono fatti a immagine e somiglianza delle tradizionali bamboline.
Come mostra il filmato, dopo aver scelto il pezzo di legno adatto, lo si passa al tornio. Prima la testa (grossa e sproporzionata) e poi il busto. E che l’ipnotica rotazione abbia inizio.
Io che al tornio manuale ho lavorato—in un contesto assai meno poetico: era una fabbrica di macchine agricole—resto tuttora incantato dal quel girare e girare e girare, in cui basta la punta di uno scalpello, maneggiata con sapienza, per tirar fuori un numero infinito di curve e di solchi.
Quand’è il momento di passare al pennello e ai colori, poi, sono già praticamente in estasi: come volevasi dimostrare. Dopotutto è maker porn, no?