foto: Francesca Santoro

Hozier dalla A alla Z

foto: Francesca Santoro
foto: Francesca Santoro

Pistoia Blues, martedì 8 luglio: io, la mia solita compagna di escursioni musicali (già letta su queste pagine) e altre 2998 persone, una più e una meno, tutti amorevolmente riuniti in piazza — come si fosse al Festivalbar — per la prima data italiana di Hozier. Giovane, bello, irlandese e noto ai più per Take me to Church, singolo uscito su Youtube a fine 2013 e diventato immediatamente “virale”. E che ancora oggi infiamma platee e cuori come un cerino tra i cespugli secchi.

L’imprevedibilità dell’universo torna a mostrarsi ai miei occhi: come può una voce con quella sonorità corrispondere ad una faccetta così? Mi aspettavo Demis Roussos e incontro Matthew McConaughey (ma non sono solo i miei ormoni a suggerirlo).
Credevo di trovare un’anima che si dimostrasse palesemente molto più vecchia.

Di seguito, qualche appunto sparso sulla serata in forma di lista alfabetica (senza un paio di lettere).

* * *

A. Alana Henderson

Compare sul palco con il resto della band travestita da violoncellista, ma a metà concerto Hozier la chiama e ci svela che è una cantautrice, irlandese come lui. Insieme cantano “In a Week”. L’Irlanda sale on stage, anche se nascosta nel bajou, e non ne scende più.

B. Blues
Impossibile leggere qualcosa su Hozier senza che il Blues, e anche il Soul e pure il Gospel, non facciano capolino tra le righe. Sia come sia, lui intanto ci ha suonato la cover di Illinois Blues di Skip James.

C. Cuore
Quello di Hozier è potente, molto potente, anzi sembra l’ “elettromagnete atomico” che fornisce di supernergia il cuore di Tony Stark/Ironman e nel caso specifico ricarica anche chi ascolta.
Non per niente Hozier ci ha salutato appoggiandosi la mano destra sul petto. A ricordarcelo.

D. Duetto
Purtroppo niente a che vedere con il live di Pistoia, ma è una buona scusa per rivederlo.
Il duetto con Annie Lennox alla 57esima cerimonia dei Grammy 2014. Un medley che si conclude con Annie che canta I Put a Spell on You. Mi sono venuti i lucciconi a vedere la registrazione.

https://www.youtube.com/watch?v=HZEChv1AaOk

E. Enja
Sono figlia degli anni ’90. Non posso dire Irlanda senza che mi risuonino nelle orecchie i cori faerie di Enja. E giuro che ne ho sentito una eco pure durante il concerto.

F. Fair Play
Hozier in qualche modo ha sconfitto la maledizione dell’Uomo più Alto del Concerto dopo trent’anni di tormenti. Proprio quando un giovane anglofono stava per piazzarsi esattamente tra me (e il mio metro e mezzo) e il palco, l’impossibile è accaduto. Il galantuomo si è girato, ha letto lo sconforto rassegnato nei miei occhi e, mai successo prima, mi ha invitato a mettermi davanti a lui perché vedessi meglio. God Save the Queen.

Bohemian Guitars instagramG. Guitar
Bohemian Motor Oil Guitar. Hozier cambia spesso la chitarra, fin qui niente da dire. Ma non ne avevo mai vista una così: quadrata, rossa e con una strana silhouette. Faccio una ricerchina e scopro:
1) un account Instagram che raccoglie le chitarre di Hozier concerto per concerto (@hoziersguitars);
2) questa è appunto una Bohemian Motor Oil Guitar, realizzata dalla Bohemian Guitars, fondata ad Atlanta (ops) da Adam e Shaun Lee di Johannesburg. L’idea è di fabbricare strumenti a corda poco mainstream ma favolosi, con materiali di recupero, tipo ad esempio le latte di benzina. Ricercatissime.

H. Hoodoo
Espressione inglese che indica i rituali di una magia tradizionale soprattutto tra i neri degli USA.
Guardare le mani di Hozier mentre suona — e dalla mia postazione potevo farlo (Evviva la Regina, di nuovo) — ti ipnotizza. Il resto lo fa il suono.

I. “It will come back”
Ascoltandola, mentre mi teletrasportano nel bajou, imparo cosa sia la “slide guitar”, quella scivolata delle dita che alza la temperatura distorcendo la nota. Guardare qui per capire:

L. La Chapelle
David La Chapelle, che ha girato una seconda versione di Take me to Church.
Scrive la mia compagna di interviste musicali, Daniela Garutti: «il video è stato visto oltre 11 milioni di volte dallo scorso febbraio, quando è uscito. Almeno dieci visualizzazioni sono mie. Sergei Polunin, la star ucraina del balletto che, complici il regista David Lachapelle e Hozier, riempie straordinariamente di sé una stanza nel bosco, incarna e muove il senso di Take me to church. Se il pezzo parla d’amore e usa il linguaggio della religione, il video ufficiale mostra una coppia gay inseguita e picchiata da una banda omofoba. La telecamera di Lachapelle offre una terza, bellissima variazione sul tema, ambientando il balletto in un edificio che ricorda i volumi di una chiesa spoglia e usando simbolicamente la luce ad avvolgere di spirito i movimenti del corpo».
(N.B. Aggiungo io: i tatuaggi di Sergei sono tutti veri)

M. Matthew McConaughey
Scrivevo poco sopra di McConaughey.
Sul palco un deja-vu: Hozier è uguale al protagonista della prima stagione di True detective. Complici le luci, l’ombra degli zigomi, i capelli raccolti (quei capelli!), gli occhi un po’ all’ingiù, ma ancora di più, il caldo umido, o meglio la temperatura emotiva (giocare su quella atmosferica è troppo facile) che mi ha scaraventato direttamente all’interno di una puntata della serie. Lo spirito del blues, le vibrazioni soul, la voce che pare limonata fresca bevuta dondolando e cigolando sotto ad una veranda.

N. Nomination ai Grammy
Avuta da Take me to Church come Migliore Canzone dell’Anno nel 2014.

foto: Francesca Santoro
foto: Francesca Santoro

P. Pubblico
Quello al concerto a Pistoia Blues era variegato, ma due cose saltavano agli occhi. Tantissimi anglofoni. Ma siamo in Toscana ed è estate. Ed è meglio di un film di Bertolucci mixato con uno di Woody Allen. E molte più giovani adolescenti inquiete di quante credessi.

R. Rob Kirwan
Il produttore di Hozier, già al fianco di U2, PJ Harvey, Depeche Mode ed Editors.

S. “Someone new”
Il mio pezzo preferito prima di vedere il live. L’unico di cui ho imparato il ritornello per poterlo cantare. E che mi ha fatto saltellare di gioia anche a casa nel vedere che la protagonista del video è Nathalie Dormer, la Margaery Tyrell di Game of Thrones.

Ma anche S come Scaletta del concerto, questa:
Angel of Small Death, From Eden, Jackie and Wilson, To be alone, Someone new, It will come back, In a week, Illinois blues, Like real people do, Arsonista lullaby, Sedated, Take me to Church.
Bis: Cherry Wine, Problem, Work Song.

T. Tristezza
«Ma di quella buona», mi spiega una ragazzina che ho conosciuto cantando sulla cover di Problem di Ariana Grande. «Quando lo ascolto, hai presente quella sensazione che ti butta un po’ giù ma ti fa stare bene?»
«Io la chiamo Malinconia e non è sempre male», rispondo.

U. Universal Music
La casa discografica per cui Hozier ha registrato i primi demo e per cui ha abbandonato il Trinity College di Dublino dove studiava musica.

V. Victoria Secret’s
Tra i frutti e gli emblemi del successo, suonare alla sfilata di Victoria Secret’s.
Un po’ mi scandalizzo, ma poi lo perdono.

editorialista
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  1. Effettivamente, anche per uno distratto come me, il ragazzo non aveva nella mia mente la faccia che si ritrova, me lo immaginavo un tipo alla joe cocker, oppure un mario biondi, non certo un virgulto ancora da formarsi, per saltare di palo in frasca, donna Santoro lei ha un blog su Tumblr di cui si dice dipendente, me lo cita in bio ma non me lo linka, mi faccia fare gli affari suoi e mi mostri le sue dipendenze.

  2. Ops. Questo la dice lunga su quanto sia onorario il mio diritto di cittadinanza sulla rete. Tra l'altro sarà meglio cambiare il profilo: oggi mi son evoluta e Pinterest è come l'aria per me. Onorata che lei Esimio Dottor Ciappelli abbia scorso e letto la mia Lista A-V (la Z proprio non mi veniva). Provvedo insieme a sua Eccellenza Sbarbati a modificare la bio :D

  3. Francesca Santoro l'Eccellenza Simone Sbarbati saprà guidarla nel periglioso compito di cambiare le sue informazioni, che ormai, ci fa capire non le appartengono più. Mi conferma inoltre che le bacheche del Pinterest sono appannaggio femmineo e il Tumblr s'è perso per strada il suo fascino di condivisione. Per le liste dalla A alla Z, tutti son boni, per quelle dalla A alla V ci vuol comunque una certa disconnessione, che di questi caldi e in questi spazi, ci calzano a pennello. Ad Maiora!

  4. Giulio Ciappelli, questa faccenda della lista incompleta mi riporta alla mente un episodio di Big Bang Theory in cui Sheldon – il protagonista – è ossessionato dalla pulsione di completare le cose (non so se lei guarda o ha guardato la serie, quindi non mi dilungo): ci vuole una certa incoscienza e una discreta pigrizia (non so quale di più) ad abbandonare una lista un passo prima della fine. Appannaggio dell'età, commento. :) (Pinterest è il Male, divoratempo, riempitore di ogni spazio vuoto, ridondante e geniale, creato per aderire perfettamente all'essenza femminile. Tumblr resiste. Ai posteri la sentenza) I miei omaggi :)

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