Analisi semiotica delle cartoline del Bauhaus

Dopo aver pubblicato, un paio di settimane fa, un articolo su alcune vecchie cartoline realizzate da insegnanti e studenti del Bauhaus, mi ha scritto Gioele Villani, studente di prato che frequenta l’ISIA di Firenze.

Proprio all’ISIA, all’interno del corso di semiotica, dedicato al rapporto scritta/immagine, Gioele ha sviluppato un’analisi su tali cartoline, realizzate per promuovere la prima grande mostra realizzata nel 1923 dall’ormai leggendaria scuola tedesca.

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«Ultimamente», mi ha raccontato Gioele, «mi sto interessando al mondo della tipografia e della grafica costruttivista e con questo progetto ho colto l’occasione per approfondire uno degli ambienti fondamentali nel quale si sviluppa parte del pensiero moderno. L’intento era quello di comprendere a pieno le peculiarità ed il linguaggio del Bauhaus per poi verificarne l’applicazione nelle opere. Non poteva esserci materiale migliore che le cartoline pubblicitarie create in occasione della mostra autopromozionale della scuola».

L’analisi semiotica (che puoi sfogliare qua sotto) — realizzata con l’aiuto della sua compagna di corso Matilde Cassarini — è molto precisa («la mia progettazione come designer risente della formazione da programmatore che ho avuto, tendo ad avere un approccio analitico», dice Gioele Villani) e si sofferma su ogni singolo aspetto delle opere, da una prima introduzione sul “modello Bauhaus” e la storia dell’istituto al logo, il formato e la stampa, le influenze, la costruzione delle immagini, per poi andare ad approfondire anche alcune singole cartoline e il manifesto della mostra.

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