Due anni di lavoro passati a stampare e stampare e stampare — quel vzzzz alla fine gli avrà dato il voltastomaco a Gilles-Alexandre Deschaud, regista d’animazione che ha usato una stampante 3D (per chi ne “mastica”, il modello è il Form 1+ SLA 3D di Formlabs) per creare da zero le oltre 2500 parti necessarie per i personaggi e gli scenari di Chase Me che, ufficialmente, è il primo film interamente realizzato con la stampa 3D.
Partendo da uno storyboard e passando a quel punto ben quattro mesi ad animarlo scena per scena, Dechaud ha materializzato ciò che fino a quel momento era solo bidimensionale riproducendo tutto a una risoluzione di 100 micron, fino ad arrivare a 15 fotogrammi per ogni secondo di girato e consumando — strato dopo strato, vzzzz dopo vzzzz — un totale di 80 litri di resina.
Il film, di cui per ora è uscito soltanto il trailer, racconta la storia di una bambina (il modellino era alto appena 3 cm, mentre quello utilizzato nei primissimi piani era di 7 cm) inseguita da un mostro nato dalla sua stessa ombra, nel mezzo di una oscura foresta.
In attesa di vedere il risultato completo c’è da dire che questo strano ibrido tra stop motion e computer grafica ha già suscitato qualche critica, soprattutto tra i cultori delle pellicole “a passo uno” realizzate artigianalmente. Su Vimeo un utente paragona infatti il lavoro di Deschaud a quello di uno che invece di costruire un veliero in bottiglia legnetto dopo legnetto, si stampa in 3D tutto quanto — veliero e bottiglia.
In realtà, come dimostra il video del making of [lo trovi più in basso], di lavoro dietro al progetto ce n’è tanto, e non solo da parte di software e hardware ma anche umano.
Poi sì, sul risultato si può anche discutere…