Per quarant’anni sul tema è uscito poco o niente e ora due libri, in contemporanea, sullo stesso argomento?
Pare di sì. D’altronde è quel che si intende quando, in maniera vagamente esoterica, si suol dire che una cosa “è nell’aria”, come il colore che andrà di moda tra qualche stagione o il revival musicale ed estetico di un’intera decade.
Dunque, dello “zeitgeist” di questo 2015, un piccolo frammento spetta di diritto ai mixtape che hanno fatto la storia dell’hip-hop. E oltre a The art behind the tape, di cui ho già parlato, ora arriva anche Damn son where did you find this?, dedicato però interamente all’opera di cinque tra gli artisti più prolifici e interessanti della scena, ciascuno con centinaia di copertine alle spalle, realizzate per artisti esordienti, già famosi o nuove leve che sarebbero poi diventate delle star.
Il libro, ideato e realizzato dal designer parigino Michael Thorsby e da Tobias Hansson, della casa di produzioni/casa editrice svedese La Vida Locash, che lo ha pubblicato, ha come protagonisti KidEight, Miami Kaos, Mike Rev, Tansta e Skrilla — questi i nomi dei maghi di Photoshop (per risultati a volte strabilianti altre agghiaccianti, almeno dal mio punto di vista) che in Damn Son Where Did You Find This? mostrano e raccontano attraverso una serie di interviste le loro opere.