Se Jimmy Kimmel ha deciso di celebrare il quarto di secolo di Photoshop con una presa per i fondelli dei capi che sfilano alla settimana della moda di New York, Adobe ha giustamente voluto festeggiare alla propria maniera, pubblicando un video che sulle note di Dream On degli Aerosmith, mostra tutte le potenzialità di un software che ha saputo cambiare la storia dell’immagine, diventando verbo (photoshoppare, o fotoscioppare che dir si voglia), facendo diventare virale la cultura del fake e mettendo come mai prima di allora in discussione il cosiddetto “noema della fotografia”, quello in base al quale il soggetto di una fotografia è stato davanti all’obiettivo.
Nato grazie all’ingegno di uno studente americano, Thomas Knoll, che a fine anni ’80 creò sul suo Macintosh un programma per mostrare le immagini, e di suo fratello John, che lo convinse a sviluppare il progetto in un più completo software di editing delle immagini, Photoshop 1.0 venne lanciato il 19 febbraio del 1990 da Adobe, che acquistò la licenza dai due fratelli.
Da allora non c’è immagine (o quasi), che non sia passata sotto i suoi pennelli, le sue regolazioni e le sue bacchette magiche, aprendo i confini del reale alla fantasia. Nel bene e nel male.