
È il classico dei classici di quando sei bambino: i grandi aprono la bottiglia di “bollicine”, e se la bevono. Mentre a te rimane il tappo. Che a modo suo, semmai un tappo possa avere “modi”, è una specie di test della personalità, capace di predire talenti e future professioni in base all’uso che ne fa il pargolo. In tappo veritas!
Ad esempio chi lo maneggia un po’ poi si annoia, non sa che farci e lo lascia lì sul tavolo, è evidente che da grande diventerà uno di quelli che alle domande dei sondaggi risponde “non so”, uno che manca totalmente di empatia, uno incapace di prendersi responsabilità e impegnarsi in alcunché e tutto quel che saprà fare è tirare avanti e lamentarsi, tirare avanti e lamentarsi.
Poi c’è quello che aspetta, aspetta, aspetta con tenacia e pazienza che venga aperta un’altra bottiglia per consegnare quindi il nuovo tappo a qualcun altro e ingaggiare con lui una furiosa battaglia. Ecco, quello è lo sportivo.
E c’è il futuro imprenditore, che piglia il tappo, va da un bambino più piccolo o comunque più tonto e lo convince a scambiarlo col suo pupazzo di Superman.

Io ad esempio prima passavo anche un’ora a costruire qualcosa che inesorabilmente non funzionava e poi lo distruggevo grattando via il sughero pezzo dopo pezzo per farci piccole montagne. Se il bimbo fa così, lo sai già: da grande diventerà com me.
Ma c’è anche chi, con tappo, stagnola e fil di ferro, è in grado di fare meraviglie. La prossima generazione di designer e lì, annoiata a una festa, che smanetta sopra un tavolo e costruisce meraviglie che solo i camerieri al momento di sparecchiare, forse, sapranno apprezzare.
E forse per ricordare il momento in cui, a un barboso pranzo di matrimonio, hanno scoperto il loro vero talento, quei futuri designer e architetti da grandi poi parteciperanno a un concorso come quello indetto dal negozio online Design Within Reach, che ogni anno indice un contest intitolato DWR Champagne Chair Contest, a cui si partecipa costruendo una sedia con un tappo di champagne.
Tra tanti lavori brutti e mediocri ci sono dei veri e propri gioiellini (alcuni dei quali migliori dei tre vincitori), spesso ispirati a sedute d’autore che hanno fatto la storia del design, o frutto di ebbra ironia (ché poi da grande, prima di metterti a costruire una sedia col tappo, magari la bottiglia te la bevi pure), tipo il water.

