Sono le 11 del 23 dicembre, uno come tanti nella mia vita o forse uno un po’ speciale perché quest’anno, ho tante cose per cui essere felice e grata…
Mi sono svegliata alle 7 e sono andata a Crotone al mercato del pesce, visto che io ho deciso il menù della cena di famiglia, sono stata io quella delegata alla spesa. Nel frattempo a casa un’amico contadino scaricava verdura fresca dal suo orto, degli amici di mio padre dei funghi cardoncelli appena raccolti, mentre lui dirigeva la raccolta delle clementine, delle arance e degli altri agrumi nel frutteto. Zia, appena arrivata da Bologna, scaricava i tortellini per il 25. Qualcun altro, non so più neanche chi, siamo in tanti per fortuna, era a scegliere la carne per il brodo e il lesso. E potrei andare aventi per ore, se ne avessi il tempo, e voi la pazienza di leggere.
Mi chiedo: quanto siamo distanti dallo studio di design Koz Susani, che ha lavorato al progetto Just Add Water, un insieme di apparecchi che si collegano ad una App che vi dice cosa mangiare, e poi fa per voi. A voi basta rispondere a poche domande sullo stile della vostra giornata, se vi siete allenati o meno, se avete dormito o meno, se siete raffreddati o meno, e l’App prepara per voi il menù perfetto, estrae la pillola che contiene i nutrimenti necessari e a voi non resta che aggiungere acqua, perché un robot da cucina farà tutto il resto.
Pillole idrosolubili piene di spezie e integratori alimentari, vengono mescolati da un robot a prodotti freschi e un po’ d’acqua. Utilizzando sensori e un microprocessore, l’apparecchio cuoce il cibo per esattamente la giusta quantità di tempo e alla giusta temperatura.
«Gli ingredienti e i condimenti sono perfettamente dosati, e la ricetta è ‘contenuta’ dentro le pillole sapore», spiega Susani di Koz Susani Design, l’azienda che ha creato il nuovo sistema. «Così, la preparazione è più veloce e richiede meno competenze rispetto alla cucina tradizionale».
Le pillole di sapore, che contengono solo una piccola quantità di cibo e sono confezionate con tecniche di gastronomia molecolare, possono essere spedite ai consumatori e siccome occupano poco spazio hanno una bassissima impronta ecologica. Dicono loro.
Aggiunge Susani: «abbiamo voluto esplorare lo spazio tra alta qualità alimentare, dei cibi preparati a casa, ma che richiedono grandi capacità e tempo e il cibo preparato industrialmente che però è ancora percepito come malsano o di bassa qualità».
Tutto chiaro, ma noi siamo italiani, no? La cucina per noi è prodotto, territorio, tradizione, amore e condivisione. E per fortuna non solo a Natale!