Paperholm, la città di carta

È il sogno di ogni architetto: progettare un’intera città. Senza dover far compromessi, senza obbedire a regolamenti comunali, assessori all’urbanistica incompetenti, ambientalisti talebani. Pensare contemporaneamente su grande e su piccola scala. L’insieme e il dettaglio, a concretizzare la visione.

Nel suo piccolo Charles Young, giovane architetto di Edimburgo c’è riuscito. Nel suo piccolo perché in realtà Paperholm, la sua città, è in miniatura. E fatta interamente di carta.

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Paperholm cresce ogni giorno, pezzetto dopo pezzetto, senza problemi di mutui, fideiussioni, tasse, fognature.
I lavori in corso sono visibili da tutti sul sito, dove Young posta case, palazzi, grattacieli, fabbriche, hangar, giostre, torrette di sorveglianza e impianti radar, pozzi di trivellazione e mulini a vento, molti dei quali addirittura animati, ed esposti su semplici tavolette di legno o sassi, che fungono sia da piedistallo che da immaginari lotti di terra.

Per realizzare le sue costruzioni Young — che è pure capace di ficcare un’intera cittadina in una scatola per sigari — utilizza carta per acquerello, leggera, elastica e resistente.
Ha iniziato lo scorso agosto e il lavoro da fare è ancora molto. Ma senza nessun inquilino frettoloso a mettergli il fiato sul collo ha tutto il tempo del mondo.

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