Nicolas Gavino è un giovane fotografo francese. Un giovane fotografo francese gioiosamente immerso nel pieno di una fase di pessimismo cosmico. Bataille, amore e morte, Francis Bacon, trasfigurazione e rovina, la vita come illusione e come tragedia.
Ma Nicolas, a differenza di quelli che nello spleen ci affogano dentro, riesce ad emergerne grazie a uno spirito giocoso, lo stesso spirito che lo porta ad andarsene in giro con la sua macchina fotografica cheap a immortalare di nascosto le gambe e i piedi delle ragazze. Lo stesso spirito che gli fa poi buttare qualche goccia di “idraulico gel” sopra alle foto, in fase di sviluppo e stampa, per vedere che effetto fa, per vedere come può crollare — quella bellezza che talvolta può diventare addirittura arrogante — attraverso la chimica e il caso.
E quindi lui, ironicamente, si affida alla sfortuna. Capace di scacciare la perfezione. Ché «la perfezione», dice, «è la peggior cosa che potrebbe succedermi». E aggiunge: «so che da un punto di vista fotografico i miei scatti non sono il meglio. Ma sai cosa? Sono come la realtà, che di solito è abbastanza deludente».
Grey, una fanzine fotografica, erotica e rigorosamente in bianco e nero, è la summa della poetica di Nicolas.
Raccontata splendidamente anche in un piccolo documentario, girato dal suo amico Rémi Le Maistre.