Sono arrivata a Bologna da poche ore e sono stata accolta da un abbondante scroscio d’acqua ed il cielo ancora pare denso e minaccioso.
Sono l’ultima però che sentirete lamentarsi per questa estate che pare non volere arrivare. Io detesto il caldo, quindi, mi dispiace per voi, per i vostri vestitini succinti, i costumini, i sandali, le creme solari ecc., ma in questa specie di autunno di fine giugno sto bene.
Unico guaio è che mi si ripropone l’annoso problema: “devo comprare un ombrello”. Così un po’ per gioco un po’ no, mi sono imbattuta in UnBRELLA.
Rifletteteci sopra l’ombrello è uno degli oggetti che ha avuto meno innovazioni nel corso della sua storia, almeno finché lo studio di progettazione giapponese H Concpt ha dato vita al suo ombrello capovolto. E già vi chiederete voi, ma che bisogno c’è di “invertire” un ombrello? A che serve in pratica?
Ebbene, avete presente quando dopo un acquazzone scrosciante, con l’ombrello zuppo di acqua dovete salire sulla linda macchina della vostra schifiltosa amica, sul tram affollato di gente, in treno o anche solo entrare in un negozio? Quando con quell’appendice gocciolante finite per bagnare/sporcare voi e gli altri attorno?
Ecco l’inversione serve a quello! Il lato bagnato resta all’interno quando è chiuso, esponendo solo lato asciutto. Non solo, pare che questo progetto ne renda più semplice l’apertura.
L’industrial designer Hiroshi Kajimoto ci ha messo 10 anni, pare, ad avere l’idea. Voi che ne dite? Invertiamo l’ombrello?