Leggibile, noioso, robusto, classico, inglese: ecco il Times New Roman

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Un giorno, sarà stato in prima o seconda liceo, portai a scuola una relazione stampata su non ricordo più quale argomento. La prof. di italiano e storia, un futura baby-pensionata che tuttora maledico con regolarità quando ogni anno mi trovo a dover pagare fior di quattrini all’INPS, guardò poco convinta i miei fogli stampati con una rumorosa stampante ad aghi e prima ancora di leggere il contenuto me li diede indietro chiedendomi di rifare tutto: il carattere non andava bene. «Non è quello giusto», disse. Avevo scelto un font bastoni, probabilmente l’arial e per lei quello giusto, quello coi “ricciolini” di cui però non sapeva o non ricordava il nome, era evidentemente il Times New Roman, carattere di default di Word per anni, prima che la Microsoft lo rimpiazzasse col più pulito Calibri a partire da Office 2007 (scatenando tra l’altro una selva di richieste sui forum online da parte di utenti che volevano tornare al caro, vecchio, rassicurante Times New Roman).

Creato nel 1931 da Victor Lardent, designer pubblicitario e bozzettista di uno dei più storici e prestigiosi quotidiani inglesi, il Times, proprio su commissione del giornale, e utilizzato per più di quarant’anni prima di essere sostituito con una serie di versioni più moderne — l’ultima della quali, il Times Modern, adottata dal quotidiano a partire dal 2006 — il Times New Roman è il protagonista di questo breve documentario realizzato dalla testata inglese e parte di una serie di video che raccontano la storia e il futuro del Times e del Sunday Times.

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