«Beati saranno coloro che avranno la cantina ciclabile», reciterebbe il passo di un ipotetico libro sacro per i ciclisti.
Perché con la cantina ciclabile la bici, almeno in casa, non te la rubano.
Ancora il libro sacro: «Un cortile interno senza una feroce fiera a sorvegliarlo è un invito al manigoldo a portarti via la tua bici nuova di zecca».
E subito di seguito: «Nemmeno il più abile tra gli angeli sa costruir catena più sicura della porta di casa tua, quand’è ben chiusa».
Che è poi quel che è successo a noi. Bici comprata pochi mesi prima, con tanto di seggiolino dietro per sfrecciare a scuola con nostra figlia dietro. Catena gigantesca con lucchetto, assicurata a un palo proprio davanti al portone di casa, in un cortile interno.
Poi, tra le 10,30 e le 11,30 di un qualsiasi giovedì, giusto il tempo tra una sigaretta e l’altra sullo scalino a rimirar le stelle, ed ecco che al posto della nostra bici di famiglia c’è un spazio vuoto, riempito immediatamente dall’ansia, dal senso di invasione e violazione e soprattutto da un bel «mavvaffanculo» (che sotto le stelle suona ancor più assoluto).
La catena è rimasta lì, chiusa e legata al palo. Ma senza la bici attaccata. Poco più un là il ladro ha pensato bene di lasciarci in cambio un’altra bici, scassatissima (però ho apprezzato il pensiero), oltre a una lattina di birra, a testimoniare la relativa tranquillità del blitz, durante il quale il tizio probabilmente si è goduto pure il mio pezzettino di cielo (facci pure, signor ladro, il cielo è di tutti ma la bici porcazzozza no!).
Questo è quello che capita a chi non ha la cantina ciclabile. E soprattutto a chi ha vicini talmente storditi da lasciare il cancello sempre aperto.
A quel punto su un tovagliolino di carta si è iniziati a pensare a potenziali soluzioni per attaccare le bici su per la ripida rampa di scale che porta in casa nostra: dai più semplici perni a complicati sistemi di carrucole e funi.
Poi… Poi ho visto questo, Shelfie, che una mensolina-ina-ina resistentissima che ti fa agganciare la bici per il sellino e, appunto, fa pure da mensola.
«Casa è dove appendi la bici», dice ancora il libro sacro.
E l’idea sviluppata da questo giovane designer tedesco di base a New York potrebbe essere quella giusta per te. E per molti altri, a giudicare dal successo della campagna per la raccolta dei fondi su Kickstarter che, con ancora un mese e mezzo di tempo utile rimasto, ha già racimolato 34.000$ dei 30.000 necessari ad avviare la produzione.