Issues | The New Heroes 3

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C’erano una volta gli antichi dei, arrivati fino a questi nostri iper-razionali tempi attraverso trasposizioni giocose, parodie, fumetti, cartoni animati o noiose versioni di greco o latino. Non è stato il monoteismo a uccidere i divi dell’Olimpo: sono state la scienza, la tecnologia e la cultura pop.
Zeus oggi è un software, un virus, una casa discografica. Era la vedo ogni due mesi sulla bolletta da pagare (la Hera, la multiutility di Bologna si rifà al nome greco della sorella e moglie di Zeus), Poseidone il nome di una vecchia crisi economica che colpì l’Australia a fine anni ’60. E via dicendo.

E se da una parte abbiamo perso ogni contatto con la spiritualità, bollando come fantasticheria qualsiasi cosa non possa essere testata in laboratorio, ricondotta a una formula, un codice o una logica, dall’altra attribuiamo un valore magico alla celebrità—come dimostra una recente ricerca di due psicologi americani—mitizziamo i cuochi da reality show, sbaviamo per il retweet di una twit-star, consumiamo l’instant-celebrity di turno fino a svuotarla di ogni già flebile significato per poi passare alla prossima.

La domanda quindi è: ha ancora un ruolo, oggi, la mitologia? E se sì, che ruolo ha? E quali sono i miti se per tali intendiamo—come in passato—quelle figure grazie alle quali spiegare il mondo attorno a noi e dare senso alla nostra identità?
Quesiti non da poco ai quali prova a rispondere una delle più bizzarre riviste che mi sia mai capitato di vedere, The New Heroes.

Uscita in soli tre numeri—il primo risale al “lontano” 2009, il secondo al 2010 e il terzo, dopo uno iato di quasi quattro anni, è fresco di stampa o giù di lì—il magazine è opera di Thomas Nicholas, un graphic designer di Chicago che attraverso una serie di interviste ad artisti e designer prova a raccontare il significato attuale del concetto di mitologia.

Nota curiosa: The New Heroes numero tre è stato stampato in sole 1000 copie e su carta da giornale. Il perché lo spiega lo stesso Nicholas: «ho scelto il formato quotidiano perché resiste poco al tempo, in modo tale che i contenuti dovranno essere tramandati oralmente, così come è stato per la mitologia».

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