Fondato a New York oltre dieci anni fa, nel 2000, Cabinet Magazine è una delle realtà editoriali più straordinarie nelle quali potrebbe aver la fortuna d’imbattersi ogni appassionato di cultura con la tendenza all’accumulazione indiscriminata di qualsiasi tipo d’informazione. Una wunderkammer formato rivista (e cabinet of curiosities è appunto un sinonimo di wunderkammer) che quindi affronta con l’approccio del curioso—da non confondere con l’approccio scientifico, che sarà sì più approfondito e sistematico ma che sicuramente porterà meno lontano—ogni argomento possibile, immaginabile (ma più spesso inimmaginabile), offrendo nuove (a volte ironiche) prospettive, vagonate di aneddoti, glosse, note e materiale visivo su questioni che vanno dall’arte alla filosofia, dalla storia alla scienza, dalla zoologia allo spiritismo.
Giusto per fare un esempio: in uno degli ultimi numeri, il 50esimo, si parla tra le altre cose della cultura giapponese del caffè preparato a mano, del color acquamarina, della storia del lato oscuro della luna, della filosofia del solletico, di inflazione e dei contraffattori di denaro americani del 19esimo secolo (ogni numero ha un tema principale, sviluppato attraverso saggi, articoli e progetti artistici realizzati ad hoc).
Per farti un’idea ancora più precisa qua trovi i pdf da scaricare di alcuni vecchi numeri andati ormai esauriti.
Poco più di un anno fa Cabinet ha pubblicato la sua prima antologia, che raccoglie il meglio di quanto uscito nei 40 numeri stampati dal 2000 al 2010 e che si intitola Curiosity and Method: Ten Years of Cabinet Magazine. Da quanto ho potuto vedere si tratta forse di uno dei migliori coffee table book mai pubblicati, e lo consiglio vivamente ai tuttologi da salotto e ai pipaioli (da non confondere con pippaioli) che adorano passare le serate fumando in poltrona a lume di lampada davanti a una lettura totalizzante che non teme rivali digitali.