The C2C experience by Absolut

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Chi mi conosce sa che non amo follemente la vodka, né la musica elettronica, e che a Torino ci sono stata una volta, d’inverno, con la pioggia e senza ombrello. Diciamo che Absolut mi ha fatto cambiare idea su almeno due delle tre cose citate poc’anzi, perché, se vi devo dire la verità, a me la vodka non dispiace e, ormai, dopo anni di serate varie ed eventuali, non mi dispiace neanche più la musica elettronica.
Per quanto riguarda Torino, le avevo dedicato poco tempo (mea culpa) e poi non avevo ancora visto i Cantieri OGR.
Mi rimangio tutto. Scusa Ivan. Scusa Torino.

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Così Absolut, con il suo comodo, affollato e azzurro bus, ci ha portati in quel che è considerato il festival di musica elettronica più importante d’Italia, ovvero il Club To Club, una 4 giorni di luoghi, situazioni, artisti ed eventi mica male. Sul bus, dove abbiamo potuto vedere l’ultima campagna internazionale “Transform Today” di Absolut (ovvero la potenza di riuscire a cambiare l’oggi ed il proprio futuro grazie alla passione, come quella dei 4 protagonisti del video che potete vedere qui) Guido Savini (di SRSLY, collettivo ospite del festival) ci ha fatto entrare subito nel giusto mood con la sua live selection degli artisti del C2C, mood inevitabilmente cresciuto durante la prima tappa del viaggio, ovvero una rimessa nella quale abbiamo assaggiato un ottimo cocktail a base di Absolut e Curaçao mentre un saldatore alle nostre spalle spargeva scintille ovunque (amo i saldatori).

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La seconda tappa è stata Torino.
Ovvero il Po, Piazza Vittorio Veneto, la Mole Antonelliana, Piazza Castello e, nel nostro caso specifico, gli hamburger di Burgheriala Molecola (la prima cola italiana) e degli Absolut Jelly Shots davanti a lui: il Teatro Carignano. Il fastoso, elegante, scintillante Teatro Carignano, dove si è esibito James Holden che, per quanto era preso bene, sembrava fosse nella sua cameretta a ridere e saltellare come un pazzo, mica in quello che una volta era il teatro di famiglia del Principe. In tutto questo non dimentichiamoci del batterista sul palco con James, per favore, non dimentichiamocene.

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Usciti di lì con ancora “The Inheritors” addosso facciamo tappa da Conogelato a mangiare dell’ottimo gelato espresso (ovvero dell’ottima panna che sapeva proprio di latte di bufala) per poi andare ai Cantieri OGR  che, fatemelo dire, sono incredibili.

Qui hanno suonato Dinos Chapman, fondamentalmente uno a cui piace travestirsi da coniglio gigante (e che è stato definito da The Wire “il David Lynch del dancefloor”), e i Factory Floor, che hanno scatenato una di quelle cose che solo alcuni riescono a scatenare. No, non il trenino, ma scene di gente contentissima che salta e si abbraccia come se si conoscesse da una vita, quando magari si sono conosciuti quella sera sul bus. Molto bello, davvero.

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In tutto questo Absolut ci ha fatto bere (non tanto quanto ci ha fatto mangiare, ma mica siamo di quelli che si aspettano open bar come se non ci fosse un domani) (…) e, dopo aver assistito alla sbronza di un ottantenne vestito da dandy sorretto dal figlio, dopo aver sostenuto moralmente Olga rimasta chiusa in bagno, dopo aver incontrato il batterista e James Holden tra la folla e dopo aver provato a spiegare a delle ragazze francesi che a Milano non abbiamo solo gli hipster (fallendo), abbiamo concluso la nottata in bellezza mangiando un tramezzino di Tramezzino.it e ascoltando sulla via di casa canzoni come questa.

Scusa James, scusa Dinos, ci ho provato.

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