Favole della buonanotte 4: il fantastico mondo dei troll

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Se frequentate i blog e le chat ci avrete fatto caso: c’è spesso chi interviene a proposito in una discussione e fa incazzare tutti. Talvolta si tratta di persone semplicemente polemiche, ma c’è anche il caso che si tratti di un troll.
Che cos’è?
Vediamolo insieme.

Il troll è qualcuno che si diverte a inserirsi nelle discussioni altrui, facendo incazzare la gente. È una specie di disturbatore seriale.
Il troll adotta tecniche diverse: si finge inesperto in modo imbarazzante su di un tema e si inserisce in una discussione tecnica oppure ribatte in modo aggressivo a dei post, insultando in modo violento oppure va fuori tema di proposito.
In ciascuno dei casi la gente sbotta, reagisce contro l’inesperto che disturba una seria discussione sul fatto che suoni meglio una Fender o una Gibson, risponde per le rime agli insulti oppure perde tempo a scrivere polpettoni didattici per fare del troll una persona finalmente edotta sulla materia in discussione.
Il troll distrae l’attenzione, ma perlopiù cerca di scatenare reazioni violente, irritando la gente e spingendola su un piano di discussione primordiale.

Da molto tempo penso che in Italia il Re dei Troll, sia Silvio Berlusconi.
Che sia chiaro subito: non lo dico come insulto, semmai come complimento.
So di andare contro corrente (non lo sono sempre?) ma penso che Berlusconi sia un genio.
C’è chi dirà: sì, ma un genio del male!
D’accordo, può essere. Se anche fosse, rimane un genio.
Come si spiega altrimenti uno che fonda delle aziende, ne percepisce gli introiti ma ufficialmente non possiede nulla?
Come si spiega un impero imprenditoriale il cui capitale appartiene a 22 holding, che si possiedono l’un l’altra in un inestricabile gioco di scatole cinesi?
I giudici hanno impiegato anni a capire dove fossero realmente i soldi e non sono sicuro che ci siano mai riusciti del tutto.
Soprattutto, come si spiega che durante la campagna elettorale, da 20 anni a questa parte, tutti parlano esclusivamente di lui? Come diavolo fa?
Com’è possibile che i partiti che gli si oppongono spendano il loro tempo parlando di lui anziché di sé stessi?
È questa l’abilità del troll, portare gli altri sul proprio piano di discussione, devastare la loro pianificazione, indebolendone le ragioni. Nessuno che urli e manifesti le proprie ragioni visibilmente alterato sembra intelligente.
Nel caso di Berlusconi lo scopo è chiaramente attirare l’attenzione su di sé.
Nel caso del troll comune, lo scopo è invece creare scompiglio e deviare il senso della conversazione.

Quella del troll è una tecnica di distrazione, che induce una reazione istintiva, come si fa nella variante al gioco delle tre carte. Nel gioco delle tre carte un palo finge di vincere facile e induce quindi gli spettatori a tentare la fortuna a loro volta.
Questa versione però è vecchia e la conoscono tutti.
La variante è più sottile. Il palo infatti finge di perdere. Butta soldi puntando sulle carte sbagliate che il giocatore manipola in modo maldestro, mostrando chiaramente i semi. Tu lo guardi, vedi il palo scommettere sulla carta sbagliata e pensi: «ma è deficiente? La carta giusta non è lì!»
Se rimani a guardare più di tre giri, finisci con l’essere tu quello che mette i 50€ sulla carta.

Ma torniamo a noi. Cosa è successo qualche giorno fa?
Frizzifrizzi pubblica un mio articolo, si genera quasi subito un’onda d’indignazione che rimbalza sul blog e sulla pagina di Facebook. Sono tutti furiosi contro di me.
Persone che conosco da lunga data e perfetti sconosciuti si scatenano contro qualcosa che pensano di aver letto tra le righe del mio articolo.
Nessuno si concede il tempo di riflettere e la reazione si accende come una fiammata.
Ovviamente nessuno mi consulta per verificare di aver capito quel che crede di aver capito. Risultato?
Se ancora non fosse chiaro: siete stati trollati.

Ma da chi?
Chi è il troll?
Vi lascio qualche secondo per pensarci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho come la sensazione di percepire… delle dita puntate su di me?
No, mi spiace, il troll non sono io!
Il troll siete voi.
Vi siete trollati da soli. Sì, perché la polemica tiene banco per un intero pomeriggio su Facebook e questa cosa vi distrae mentre io sono in viaggio ignaro di essere diventato un bambino cattivo e alcuni di voi ne scrivono di cotte e di crude sul mio conto, infatti, a Roma succede una cosa.

Silvio Berlusconi, con un colpo di scena, salva il governo, votando la fiducia a Letta.
Il governo si ricostituisce. È un governo del nulla, ultimo di una lunga serie, in un paese devastato dalla crisi, dalla corruzione, dall’evasione fiscale, dalla gente che parcheggia in doppia fila e dalla mancanza di posti di lavoro.
È un governo di sinistra con un vicepresidente del consiglio e dei ministri di destra.

Domanda: indipendentemente da ciò che avete votato, quando lo avete fatto, pensavate a questo?
È questo che volevate?
Se la risposta è sì, tutto ok.
Se invece la risposta è no, ecco una notizia scoop: siete stati trollati di nuovo.

Da anni, dedico una parte del mio tempo per raccontare una professione sulla quale regna una certa omertà. In pochi raccontano apertamente i dettagli dei contratti, le cifre del venduto, le fregature. Praticamente nessuno fa mai i nomi di quelli che non pagano. Ho sempre incluso questa divulgazione come parte dei miei corsi a pagamento, ma l’ho praticata anche in privato, gratuitamente, con chiunque mi scriva per chiedere consigli. Ultimamente non rispondo più alle mail, è tutto filtrato dalle agenti, ma se incontro qualcuno che mi chiede informazioni, non dico di no.
Chi legge i miei articoli può essere o meno d’accordo, non mi importa molto.
Tutti hanno diritto alla propria opinione. Io lavoro in un certo modo e le persone che lavorano con me seguono il mio sistema.
Le cose non sempre vanno bene, certe volte non gira e lavori per nulla. Ma cerco sempre di ripagare chi lavora con me in qualche modo. Sono il primo a lavorare senza anticipo, senza certezza di guadagno, se credo in un progetto.

Detto questo: non piaccio a qualcuno? Pazienza, nella vita non puoi piacere a tutti.
Ricordate? Sono quello che a scuola era l’unico a non fare sciopero. Nella scuola in cui andavo c’erano 300-400 studenti ed essere quello “diverso” non mi ha mai spaventato.
Sono cresciuto in un circo dov’ero il fenomeno da baraccone. Quindi non mi importa se qualcuno pensa che sono tanto cattivo.
Ci sono abituato.
E volete saperlo? Non mi dispiacciono i cattivi.
In genere nei film e nei fumetti sono vestiti meglio dei buoni.

Ho sempre cercato di dare il mio contributo per migliorare le cose nel mio lavoro anche per gli altri, per evitare che si facessero fregare, per aprire le porte a chi è più giovane in un ambiente che quando sei giovane spesso ti riserva dei gran calcioni nel culo.
Continuerò a fare la mia parte. Perché mi piace. Non per guadagnarmi amicizia o gratitudine di nessuno. Perlopiù non ne guadagno nemmeno dei caffè offerti.
Ma non mi lamento. Ho abbastanza di che vivere, ho qualche persona su cui contare e un paio di chitarre.
Quando ne attacco una all’ampli, mi dimentico tutto il resto.
Credo che la mia vera vita stia diventando quella. Il resto è lavoro e sul lavoro certe volte è normale far incazzare qualcuno, o che qualcuno faccia incazzare te.

E voi?
Voi che invece siete i buoni? Cosa state facendo, a parte commentare su Facebook articoli che non vi piacciono e fotografarvi i piedi?
Il mondo vi fa indignare?
Bene!
Vuol dire che siete vivi.
Ma indignarsi su Facebook non basta. Il mondo è lì fuori che aspetta di essere cambiato.
Aspetta solo gente intraprendente come voi.
Per cambiar le cose però, dovete focalizzare l’attenzione.
Non dovete distrarvi.
Non dovete abboccare all’esca del troll di turno.
E dovete resistere alla tentazione di trollarvi da soli.

Ho finito.
Se vi va rispondete, ma poi per favore prendetevi qualche minuto per informarvi su qualcosa di serio. Posso darvi un suggerimento?
Cercate i droni.
In questo preciso istante ce n’è uno che vola sopra la vostra testa.

editorialista
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