La felicità è una cosa semplice. O una cosa difficilissima.

Senza pretese in merito ad un tema così delicato ed importante, questo post vuole solo riportare una buona idea e suggerirla un po’ a tutti: noi stessi siamo un antidepressivo, sia per noi sia per gli altri.

Happiless – Bonjour Tristesse è un progetto di Mirco Fragomena, un designer milanese, berlinese adottato, che ha messo nelle braccia di due signori inventati, Squeeze e Hug, un po’ della felicità che ad alcuni manca.
Il tutto è partito con una tesi di laurea e con un dato, chiaramente concreto: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno vengono prescritti 120 milioni di antidepressivi e la depressione sarà la seconda causa di disabilità entro 7 anni; nel 2030 la depressione diventerà la principale causa di disabilità nel mondo.

Nulla di nuovo sotto il sole ma vederlo scritto fa sempre un certo effetto.

Eppure noi siamo gratis, disponibili, caldi, vivi, siamo degli antidepressivi (o meglio dei pro-felici, perché preferisco pensarci più pro che anti) che spesso ignorano il potere del contatto, dell’abbraccio. Mirco col suo progetto ha lavorato al concetto di “felicità”, diffondendo i benefici degli abbracci fisicamente, scientificamente e psicologicamente con l’aiuto di Squeeze e Hug.

Questi due “signori” coinvolti non hanno identità vera ed immagino che questo non sia importante; il senso, credo, è che potrebbero essere per voi chiunque. Girano di città in città, abbracciano le persone e donano loro un piccolo regalo: un pilloliere insolito e stupendamente vuoto che contiene un foglietto illustrativo dell’abbraccio, simile ad un bugiardino, insieme ad un cioccolatino felicissimo.
Squeeze e Hug hanno lavorato come “Abbraccio-terapisti” in un centro di riabilitazione per persone che soffrono di depressione, problemi psichici e autismo, stimolando nel mondo più semplice del mondo – con un abbraccio – il rilascio di ossitocina e serotonina.

Io aggiungo che hanno lavorato, probabilmente, per tutti quelli che la mattina si alzano e non hanno il tempo di pensare alla felicità prima di andare al lavoro, per chi è in riunione, alla cassa in un supermercato, per chi lavora su una gru, per chi corre e fa il pendolare, per chi è stato lasciato, per chi sta soffrendo, per chi pensa di non avere tempo, per chi pensa di non avere nessuno, per chi pensa di avere tanto (perché gli abbracci, splendidi antidepressivi, non bastano mai).

Potete leggere e stampare il  foglietto illustrativo creato da Mirco qui e tenerlo a portata di mano, quando c’è il sole o quando pensate che le cose non vadano alla grande.

Se quest’idea vi sembra inutile, probabilmente siete già abbastanza felici ed io sono contenta per voi. Se però vi è venuta voglia di abbracciare qualcuno (un gatto, un cane, un armadio, un parente, un amico), o di essere abbracciati, queste righe avranno fatto il loro lavoro.

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