Trailer | The Machine Which Makes Everything Disappear

http://www.youtube.com/watch?v=M2BsNZD4Mvg

Ha vinto il premio come miglior regia nella sezione documentari dell’ultimo Sundance Festival ma di The Machine Which Makes Everything Disappear qui in Italia non se ne è praticamente parlato, nonostante l’opera prima della regista georgiana Tinatin Gurchiani sia non solo un bellissimo e commovente—ma pure divertente—ritratto della società contemporanea della piccola repubblica caucasica ma più in generale di quelli che sono i drammi di un Paese che dalla dominazione sovietica è entrato improvvisamente nel mercato globale senza aver sviluppato prima una dose sufficiente di “anticorpi” (contro il capitalismo più sfrenato e incontrollato il vaccino nessuno ce l’ha ma qualche “difesa immunitaria” aiuta almeno a mantenere la propria identità).

La struttura del film si basa su semplici interviste frontali fatte alla gente comune, attirata davanti alla cinepresa (la “macchina che fa scomparire tutto” del titolo) da un finto annuncio per il casting di un film, nel quale la regista cercava un attore o un’attrice dai 13 ai 25 anni come protagonista di un film.

All’appuntamento si sono presentati in tanti e una volta lì hanno usato la macchina da presa come confessionale (che gran peccato che i reality abbiano svuotato di significato un termine come questo) per raccontare—stimolati dalle domande della regista, semplici interrogativi come qual è il tuo sogno più grande? o come le inizi le tue giornate?—desideri, drammi, vittorie e sconfitte in una sorta di auto-ritratto ingenuo, toccante ed intelligente di un’umanità che vista dal lato “buono e giusto” del mondo (lo dico con sarcasmo ovviamente) sembra esotica e lontana ma che così lontana non lo è. Ed è un gran peccato che non facciano più The Club, quell’allucinante programma di All Music con le interviste fatte nelle discoteche piene di truzzi, capaci di farti perdere la fiducia nel prossimo tuo in un paio di minuti: sarebbe stato interessante mettere in parallelo un giovane georgiano sfiduciato e nihilista ed il venticinquenne imprenditore di Verona estroverso simpatico e solare che cerca una mora formosa con la carnagione scura.

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