Issues | HomeSapiens

Un primo numero uscito nel 2009 e presentato ufficialmente l’anno successivo, a Firenze, durante le giornate del Taste, l’evento dedicato al cibo organizzato dal Pitti. Poi un lungo iato, per ripensare ad un progetto che non esito a definire unico—forse il più “duro e puro” che mi sia mai capitato di incontrare nel pur variegato mondo delle riviste indipendenti—tanto da sconfinare quasi nell’utopico. L’intento è nobile: produrre un magazine totalmente libero da pubblicità e condizionamenti di ogni tipo, focalizzando l’attenzione sul concetto di casa non dal punto di vista progettuale né, soprattutto, da quello più frivolo e luccicante del lifestyle, utilizzando un approccio che Massimo Alvito ed Adele Bacci, i due fondatori di HomeSapiens, chiamano dentropia.

La dentropia, come spiegano sul sito, si basa sull’incontro e sulla discussione e consiste nel cercare di sbirciare—attraverso interviste informali, studiate in maniera diversa a seconda dell’interlocutore e realizzate direttamente in casa degli intervistati, documentando con parole, immagini e video le varie forme di Home Sapience—sotto alla superficie del cosiddetto vivere contemporaneo e scoprire cosa c’è sotto: get inside a home and build a close contact with those who live in there.

Una ricerca antropologica sull’abitare, dunque. Tema certamente non facile, da affrontare ma anche da comunicare al lettore attraverso una rivista, però sicuramente tagliato su misura per un personaggio come Massimo Alvito, copywriter, insegnante all’ISIA di Firenze, con un passato di studi in ambito antropologico, semiologico, urbanistico.

Un progetto, quello di HomeSapiens, interamente autofinanziato perché, come spiega Alvito nella bella intervista uscita qualche settimana fa su magCulture, «le nostre pagine sono senza pubblicità non perché siamo portatori di qualche handicap ideologico ma per meri motivi formali ed etici. In realtà non vogliamo ottenere risultati a qualsiasi costo. Abbiamo rifiutato diverse offerte che avrebbero potuto essere rilevanti per il benessere della rivista, in termini di risorse. Ma volevamo essere radicalmente differente sia dalla scena mainstream che da quella pseudo-indipendente. Semplicemente con potevamo accettare di scambiare i contenuti e la filosofia di HomeSapience con banali annunci di interior design. Perché essere indipendenti, davvero indipendenti, richiede più energia ed una visione chiara. In questo modo hai meno pressione da parte del mercato e delle sue regole. Non vai avanti per i numeri, semplicemente prosegui e dici la tua. E questo è dono prezioso che fai al tuo lettore».

Ecco spiegato il tempo passato tra il primo ed il secondo numero, uscito poco più di un mese fa, che ha rilanciato l’intero progetto anche grazie all’entrata in squadra di Thomas Manss, designer tedesco e fondatore dell’omonima agenzia creativa, che ha portato in HomeSapiens una ventata d’aria fresca, oltre al suo know-how.
Oggi la rivista si ripresenta al mondo come semestrale ed un numero pre-programmato di uscite tematiche: cinque—più un numero speciale—con i titoli giocati sulla parola home, come ad esempio Fusion Homelette (quello appena uscito), Alpha to Homega (il prossimo) e così via.

HomeSapiens si può acquistare online. Visto che sta già esaurendo praticamente ovunque consiglio di usare Anikibo. Io l’ho appena presto lì.

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