Dove finisce il dentro? E dove inizia il fuori? Un biologo direbbe che il confine è la parete cellulare; un medico, la pelle; un impresario edile, le mura di una casa; uno scrittore, la prima e la quarta di copertina; il prete non crede che ci sia il confine; un musicista, il silenzio prima dell’inizio di un pezzo e quello che viene dopo; un innamorato, il tempo passato insieme; l’astrofisico, invece, sta ancora cercando di scoprirlo.
E gli artisti?
Per loro la questione si fa più complessa. Loro lavorano sia con la realtà che con la sua interpretazione—realistica o meno che sia—”inscatolando” entrambe dentro una tela, su un muro, dentro ad uno schermo o su un foglio di carta, ma al contempo trasformando il supporto e il mezzo (la pittura, la grafica, il collage, il graffito) in un nuovo confine, aperto su altri mondi.
Un’opera d’arte poi è una traccia, e in quanto tale una memoria: in primo luogo dell’esistenza dell’artista stesso; poi del tempo impiegato a realizzarla; di ciò che viene ritratto, reale o immaginario che sia; ma soprattutto della visione dell’artista e quindi delle tracce che a sua volta la realtà ha lasciato dentro di lui, nei suoi ricordi, nel suo modo—intimo—di vedere le cose.
E’ da questa complessità che parte la ricerca di Valentina Casacchia, curatrice di Interno e Memoria | Memories and Traces, collettiva che presenta le opere—tutte inedite—di 12 artisti (o gruppi di), in una mostra che è quasi un ritratto generazionale—le “annate” degli artisti vanno dal ’68 all’86 della più giovane, quella Martina Merlini della quale abbiamo più e più volte parlato da queste parti…
QUANDO: 11 aprile – 12 maggio 2013
OPENING: 10 aprile | 18,00
DOVE: Edward Cutler Gallery | via dell’Orso 12, Milano | mappa | facebook