Studio Arturo è nato cinque fa. Fondato da cinque ragazze (ora sono rimaste in quattro) che si sono conosciute studiando allo Ied di Roma e che poi hanno iniziato a lavorare insieme, specializzandosi sull’incisione, sul graphic design e, ma questo individualmente, anche sull’illustrazione.
«Lavoriamo sia conto terzi sia realizzando autoproduzioni, oltre ad una serie di workshops [tantissimi, ndr] che teniamo non soltanto a Roma ma in tutta Italia, spesso ospiti di altre realtà indipendenti come la nostra» mi raccontano.
Perché Arturo?
«Essendo tutte ragazze volevamo dare un’identità neutra allo studio e, scherzando, ci è venuto in mente il nome Arturo, che alla fine è rimasto. La sua faccia vuota, che poi è anche il nostro logo, vuole rappresentare la sua connotazione collettiva, una separazione tra noi come persone al singolare e lo studio come insieme di diverse identità».
Chiedo da quanto fanno autoproduzioni. Mi dicono che inizialmente erano meno organizzate e le loro incisioni nascevano per puro piacere mentre ora è diventato un vero e proprio lavoro, fatto di lunghe ore—soprattutto la notte, aggiungono—passate a curare i loro prodotti, packaging compreso, che stanno iniziando a presentare in occasione di fiere, come Fruit, dedicate all’autoproduzione. Proprio nei prossimi giorni saranno anche a Milano, al Fuorisalone, in occasione di Fuori Micro, durante il quale terranno un workshop.
Questo post fa parte di Fotosociality, progetto lanciato da Samsung per promuovere la sua fotocamera “social” Galaxy Camera, con la quale sono state scattate tutte le foto dell’articolo.