E’ primavera: e se provassimo a seminare biblioteche?

Premetto questo: non ho mai avuto il pollice verde. Ho avuto e curato (male evidentemente) pochissime piante e sono puntualmente morte. Tra le varie vittime ricordo una pianta grassa (come si fa a far morire una pianta grassa?) e una pianta carnivora.

Perché questo preambolo botanico per parlare di libri?
Perché stavo ragionando sul come chiamare la cosa che ho in mente. Dare un nome alle cose è molto importante. Come ho scritto in più di un’occasione stimo molto gli anglosassoni perché riescono a dare un nome a qualsiasi cosa.

Allora come chiamare questa cosa? Ho pensato a Book Seeding, per due motivi:
1. Perché mi piace l’idea di seminare libri;
2. e—perché negarlo?—se chiami una cosa in inglese sembra più seria!

Book Seeding: perché?

In uno degli ultimi articoli, ragionando sul come e sul perché della sempre scarsa diffusione del libro in Italia vi avevo promesso qualche idea. Sia chiaro: non mi attribuisco la paternità e l’originalità di nessuna di esse. Anzi, diverse le ho già viste realizzate in alcuni posti.
Ma qui non si tratta di avere idee nuove, si tratta di metterle in pratica!

Quindi, seminare libri: perché?
L’unica risposta che mi viene in mente è: perché no?
Le biblioteche sono come piante. In certi casi basta seminarle perché crescano. Allora, se credete nella piacevolezza e nell’importanza del libro, eccovi una piccola sfida, se preferite potete pensarlo come un gioco: seminare una biblioteca.
A questo punto la prossima domanda penso sia: dove?

6 terreni dove seminare una biblioteca

1. SALA D’ASPETTO
Dove seminereste dei fiori? Penso che le risposte possibili siano:
– all’esterno, in un giardino, un’aiuola forse;
– all’interno, in casa o sul davanzale, in un vaso.

In entrambi i casi c’è un terreno. Penso che sia un buon indizio per seminare una biblioteca: cercate terra, cercate cioè un luogo che ospiti già lettura.
Uno che mi viene in mente è: la sala d’aspetto dei medici.
Le sale d’aspetto sono un terreno fertile per la lettura, perché di solito ci trovate già le riviste. Si tratta quindi di fare una semplice sostituzione, o se preferite, un’espansione del giardino pre-esistente, aggiungendo i libri.

Se siete un medico forse potete prevedere nella vostra sala d’aspetto una serie di cestini, o cassette sotto le sedie, qualche mensola.
In seguito occorrono un po’ di libri per avviare la biblioteca. Una volta capito che quello è un posto per i libri, gli altri arriveranno da soli.
Se siete un paziente, nessuno vi vieta di introdurre qualche libro tra le piante che crescono già nel giardino della sala d’aspetto.
Quando gli altri vedranno i libri facilmente ne aggiungeranno degli altri.

2. DAL PARRUCCHIERE
Il salone del parrucchiere si presta alla lettura per le stesse ragioni della sala d’aspetto del medico: perché prevede attesa e perché in funzione di essa si è già previsto un posto con le riviste. Anche in questo caso il terreno c’è, si tratta di cambiare coltivazione.
Sarete stupiti del risultato: vedrete i vostri clienti anche nei giorni in cui non devono tagliarsi i capelli.

3. IN BAGNO
Questa è facile facile. Lo fate per voi e per la vostra famiglia. Ma anche gli amici che vengono a trovarvi apprezzeranno. Letteratura minima, fumetti, fotografia sono l’ideale per attardarsi sulla tazza. Dargli un nome ne aumenterà enormemente il prestigio.
La mia si chiama “Biblioteca della puzzola”.

4. AL BAR
I bar-libreria sono stati una piccola moda qualche anno fa, ora non saprei. Penso che qua e là ne esistano ancora.
E i bar-biblioteca? Ne ho senz’altro visti, quindi seminarne uno non è impossibile.
Se avete una saletta ben illuminata, tavolini che danno su una vetrina o divanetti comodi, avete già il terreno ideale per indurre gli avventori ad attardarsi un po’ leggendo. Allora perché non inserire dei libri in questo terreno e vedere cosa succede?
Come nel caso 2, se non avete un bar, nessuno vi proibisce di proporre l’idea al vostro bar preferito. Di tante che non andranno a buon fine, qualcuna attecchirà senz’altro.

5. COFFEE BREAK
Le medie-grandi aziende, ma anche scuole, ospedali e moltissime altre realtà, prevedono uno spazio break, un luogo ideale per seminare una biblioteca.
I libri prenderanno il posto delle solite lagne da ufficio e vi daranno nuovi spunti per la conversazione.

6. A SCUOLA
La scuola sembrerebbe il luogo più scontato dove trovare libri, ma spesso è il contrario. Diciamo che la scuola è un grande terreno incolto, dove potrebbe crescere qualsiasi cosa, ma dove nessuno pianta quasi niente.
E’ venuto il momento di approfittarne!
Come si fa a seminare una biblioteca scolastica? Innanzi tutto bisogna prevedere un luogo: uno scaffale, delle scatole, dove i libri siano facilmente accessibili.
Poi bisogna mettere i libri.
Ricordatevi: il vostro deve essere un giardino di libero accesso. Potete imporre qualche regola sull’ordine, sulla restituzione, ma lasciate libertà di scelta.
I libri devono essere un piacere, non un compito.

Ora: so che a scuola non è facile chiedere contributi alle famiglie. Le spese sono già molte (mensa, cancelleria, gite, ecc) ma se ritenete i libri necessari, chiedete.
Se possibile raccogliete i soldi, scegliete poi una collana economica e comprate più libri possibile. La biblioteca scolastica funzionerebbe meglio se ogni classe ne facesse una, perché ovviamente finito l’anno ogni classe lascerebbe in eredità la propria per acquisire quella della classe dopo, ma so già che le cose non vanno così.
Non scoraggiatevi: rompete le palle e cercate libri in tutti i modi. Partecipate ai concorsi di disegno con le classi, scocciate gli amici. Voi dovete avere una biblioteca.
Penso poi che un discorsetto poi ai genitori vada fatto: so che si lamentano per le spese extra a scuola e spesso sono un po’ renitenti alla richiesta di libri, perché è opinione diffusa che ai libri dovrebbe pensarci la scuola. Qui è questione di parlare chiaro: negate pure ai vostri figli i libri oggi. Domani però non lamentatevi se saranno cresciuti come dei deficienti.

D’accordo, non diteglielo così. Però fateglielo capire lo stesso.

I terreni ideali

1. dove già c’è lettura;
2. dove c’è attesa.
Gli altri trovateli voi.

E ora: cosa piantare?

Scelto il terreno bisogna scegliere cosa piantare. Cosa fate di solito quando seminate dei fiori? Scegliete fiori dello stesso tipo, di colori diversi. Anche un giardino o un davanzale spoglio diventano più belli con una sola striscia di fiori di colori diversi. Non necessariamente bisogna piantare una foresta!
Se seminate una biblioteca con le sole vostre forze, forse avrete l’impressione di gettare semi in un mare in cui si perderanno. Penso che scegliere un “genere” possa esservi d’aiuto.
Probabilmente non ve la caverete scegliendo libri in casa da poter dare via, ma con un piccolo investimento iniziale, potrete dare avvio a una biblioteca tematica, dal profilo più netto, facile da riconoscere, che come tale stimolerà (si spera) l’arricchimento da parte degli altri.
Il genere sta a voi sceglierlo: gialli, libri per bambini, racconti, poesia, teatro, letteratura rosa, fumetto. Volendo potete cercare un sottogenere, come la letteratura di viaggio, il romanzo biografico, ecc.
Oppure scegliere un autore: io in un bar vedrei molto bene Jack Ritchie, in un’enoteca Charles Bukowski, dal parrucchiere Alfred Hitchcock.

Le regole del giardino

Se dovessi seminare una biblioteca in un locale pubblico penso che sceglierei principalmente racconti. Perché si possano leggere nel tempo di attesa di una visita, di un taglio di capelli o di un caffé. Penso che ci metterei senz’altro Novelle da un minuto di István Örkeny, qualche antologia di fantascienza, come Il Dio del 3° piano, e poi tutti i racconti di Kafka e Buzzati.
Ma voi, seminando la vostra potete seguire un principio diverso. Potete anche seminare romanzi di 600 pagine. E’ abbastanza probabile che i clienti—o pazienti che siano—non faranno in tempo a leggere tutto, ma è veramente importante?
Se l’importante è passare piacevolmente il tempo dell’attesa, perché no?
Forse le poche pagine di un romanzo appena cominciato faranno tornare il cliente (o riammalare il paziente!), ma con ogni probabilità vi chiederà il libro in prestito.
A questo punto: si possono dare i libri del “vostro giardino” in prestito?
Decidetelo voi. Scrivete le vostre regole, se pensate di volerne dare.
Altrimenti, lasciate il giardino in balia del vento. Probabilmente molti libri, usciti in prestito, non torneranno indietro, ma una volta chiarito che il vostro è un giardino “aperto”, ne arriveranno degli altri.

Tutto finisce, ma non per questo non vale la pena cominciarlo

Una cosa che mi ha forse distolto dal desiderio dell’avere nuove piante è l’idea sbagliata che una pianta debba crescere fino a diventare un baobab. Certe volte lo fanno, ma molte piante durano una sola stagione, oppure alcune, per poi morire. Ciò non le rende però inutili.
Di recente ho riflettuto su molte realtà culturali che nascono e muovono i primi passi con la spinta dell’entusiasmo iniziale, per poi spegnersi dopo qualche tempo. Associazioni, premi, case editrici, nascono e muoiono con grandi speranze e spinte da giovanile entusiasmo, che evapora alle prime difficoltà.
Però ciò che si è prodotto nel frattempo è interessante lo stesso. L’associazione che organizza una sola mostra o la rivista che esce con un solo numero, sono esperienze che vale la pena di vivere, e di far vivere.
Sappiate già che le vostre biblioteche nasceranno e, probabilmente dopo qualche tempo, moriranno.
Alcune non attecchiranno per niente ma altre cresceranno rigogliose. Quelle che moriranno penso però che non saranno vissute invano: primo perché avranno dato gioia per gli occhi, come i primi fiori di primavera, secondo perché un seme di quella biblioteca che non resisterà ai rigori dell’inverno o alla calura estiva, volerà e metterà radici da qualche altra parte.

Andate, seminate, fotografate: #bookseeding

Riassumendo:
1. scegliete il terreno ideale per la vostra biblioteca;
2. scegliete i vostri “fiori”;
3. seminate e, se vi va, dategli un nome.

Se la biblioteca attecchisce, condividetela, fotografatela, raccontatecela.
L’hashtag, per twitter e/o instagram è #bookseeding ma potete pure mandarci una cara vecchia mail.
Forza avanti, oggi è primavera!

editorialista
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