Dai “rosari rivisitati” alle catene da portafoglio che rimandano ad un immaginario anni ’60 da gang di bikers, un mondo splendidamente raccontato, a parole, da Hunter S. Thompson nel suo saggio/reportage del ’67 Hell’s Angels (edito da ShaKe nel ’98 ma ancora disponibile in qualche libreria) e, per immagini, dal fotografo Bill Ray, in un servizio del ’65 per la rivista americana Life e mai pubblicato, uscito online lo scorso dicembre.
Pensata per il mercato giapponese — dove tutte le sottoculture occidentali vengono adottate con un piglio quasi feticistico ed approfondite a livelli tali che qua ce li scordiamo (è più facile trovare dischi di musicisti progressive italiani semi-sconosciuti a Tokyo che a Roma o a Milano…) — la seconda collezione del marchio vicentino Aoúd, realizzata in argento e ottone e prodotta interamente in Italia, viaggia decisamente sulla rotta (o meglio sulla strada, dritta e impolverata) della cultura chopper, senza dimenticare il simbolismo sacro che già permeava la prima collezione: teste di leone, cuspidi, croci, teschi…