Una serata da Gum, tra barbe e Jameson

Foto di Andrea Vittone

Il mio primo incontro col whiskey (e col wisky*) è avvenuto circa un mesetto fa per mano di Massi, ridente barman di un locale nei pressi di Piola il quale, dopo un’accuratissima spiegazione, mi ha presentato le varie tipologie di questi distillati dalla storia centenaria (facendomeli assaggiare tutti, ma proprio tutti, mannaggia a lui).
Una storia che, oltre a far rivaleggiare Irlanda e Scozia (che rivendicano, ognuna, la paternità della nascita della prima distillazione), affonda le sue radici addirittura nel XV secolo, anche se la nascita ufficiale si fa risalire a John Cor e ai monaci delle Highlands, nel 1494.
Che cos’è, quindi, il whiskey (o whisky)?
Nient’altro che una bevanda (alcoolica, va da sé) ottenuta tramite la distillazione di diversi cereali, che vengono fatti maturare in botti (solitamente di rovere) da un minimo di 2 ad un massimo di 20 anni (e più).
Il mio primo incontro con una barba, invece, è avvenuto circa 20 anni fa, ed era quella folta e pungente di mio zio Piero, i cui schioccanti baci e il contatto con la suddetta mi faceva prudere le guance per la buona mezz’ora seguente. Credo, però, che esistano varie tipologie di barbe, magari anche soffici, non so.

Foto di Andrea Vittone

In ogni caso, mercoledì 28 Novembre da Gum c’era tutto l’amba aradam che vi ho spiegato poc’anzi, ovvero bicchieri colmi di Jameson e ginger ale (miscelati amorevolmente da Simone Greene, Brand Ambassador Jameson Italia) contornati da una schiera di barbuti che anche il nostro Sbarbati sarebbe impallidito (e li avrebbe invidiati anche se, diciamolo, la sua barba non è male) e l’occasione era di quelle che un uomo non può perdersi: farsi fare la barba da esperti nel settore, come Stefano Terzuolo, Senior Director e fondatore di Gum, il quale si è destreggiato tra peli e peletti eseguendo anche massaggi barba-facciali che mi hanno fatto dispiacere di non esser nata uomo, con la barba (ovviamente).

Foto di Andrea Vittone

Gum è un salone vintage a due passi dalle Colonne di San Lorenzo, il nome si ispira alla Brillantina che si usava negli anni ’50 e il design è di stampo “old”: classiche poltrone da barbiere, specchi che ricordano quelli dei backstage nei teatri degli anni ’30 e divani d’epoca.
Un bell’ambiente, caldo, confortevole, familiare, pensato non solo per lui, ma anche per lei, con servizi come taglio (per mano di Marco Steri, Stylist) e colore, ispirati alla Londra anni ’90 e rivisitati da Monica, Art Director di Gum.

Foto di Andrea Vittone

Inoltre Gum non si limita solo ad offrire questi servizi, ma anche prodotti di qualità dal packaging riciclabile e creati con ingredienti naturali, rigorosamente Made in Italy (che potete acquistare qui).
Troviamo, così (per dirne alcuni) Organic Thickening Shampoo, con scorza di limone ed estratti di menta piperita, dal grande potere antiossidante; Organic Grooming Hold Cream, una crema con succo di limone siciliano creata dai chimici Gum per curare sia i capelli che il corpo; Rough Paste, pasta argillosa per fissare ogni tipo di capello e, dulcis in fundo, Old Pomade, ispirata alla brillantina anni ’50, dal profumo old style e prodotta esclusivamente da Gum.
È ovvio che potreste chiedervi: che c’entra il Jameson con tutto questo?
C’entra. Perché da un sondaggio è emerso che gli uomini con la barba bevono prevalentemente questo whiskey irlandese. Ditemi, ora, se non è un’accoppiata perfetta.

* È bene fare una specifica distinzione tra i due, in quanto col nome “whiskey” s’intende quello che viene distillato in Irlanda e negli Stati Uniti, mentre con “whisky” ci si riferisce a quello che viene distillato in Scozia e in Canada.

Foto di Andrea Vittone
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