7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Oliva e Tibollo (qui il loro canale Vimeo e qui quello Youtube).
Ciao Oliva e ciao Tibollo, quanti anni avete e di dove siete? Da quanto scattate foto?
Oliva è di Ventimiglia, Tibollo di Roma, a 23 anni ci siamo trasferiti insieme a Venezia.
Lavoriamo in duo dal 2008, battezzati dal tema “Le declinazioni della gioia”. Dopo che quel primo coloratissimo scatto ci ha uniti, costruiamo in continua battaglia i nostri fotogrammi, dal Lazio alla Liguria, dall’Abruzzo al Veneto, fino in Messico. Prossima tappa: Armenia.
La vostra attrezzatura?
Corpi, luoghi, 5D Mark II, colore, saturazione, radiocomando, plastilina, acqua, argilla, monitor, rete metallica, luci, colla, contrasti, legno, polistirolo, resina, cavalletto da battaglia, fili, fondali, seghetto alternativo, grandangolo e protesi, alla deriva.
Cosa fate quando non fate foto?
Esplorazione. Oliva (Serena) studia Arti Visive allo IUAV, Tibollo (Fabio) frequenta Economia e Gestione delle Arti a Ca’ Foscari. Guardiamo l’acqua, seguiamo le isole e dormiamo poco.
Descrivetemi la vostra stanza.
Racchiusa, dalla finestra si vede l’acqua e dal soffitto pende sempre qualcosa. Specchietti, maschere di metallo e pendagli di vetro. Una trave orizzontale sorregge trenta diramazioni. Un pitale. Testata di stoffa liberty, carta da parati bianca, moquette terra di Siena. Al naturale. Oggetti ovunque.
La vostra macchina fotografica pesa quanto…
Quanto una cassa di gomma piuma.
Se il vostro immaginario fosse un film? O un libro?
Kerouac e Debord scalerebbero l’Etna, seguiti da Jodorowsky. Incontrerebbero Pasolini al bar con gli amici, un coro classico vestito di giallo, per il rispetto delle relative quote. Campi rossi svolazzanti in cui rotolare.
Un fotografo/a che mi consigliate di tener d’occhio?
I fotografi con cui collabora Luigi Antonio Presicce, sciamano incontrato in cima a una piramide, al Macro.
E Oliva e Tibollo.