7am | Marco Casalvieri

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Marco Casalvieri (qui il suo blog).

Ciao Marco, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Ciao! Sono di Roma, ho 19 anni e faccio l’illustratore da… non ne ho idea, forse 3 anni, forse molto meno, forse molto più. Non c’è un periodo preciso in cui ho cominciato ad essere e di conseguenza definirmi illustratore.
O forse sono io che non ho chiaro chi è e cosa fa un illustratore. Io dipingo, l’illustratore pure?

Matita o penna grafica?
Penna grafica, la matita non la so usare.

Cosa fai quando non disegni?
Tutto il resto, anche perché non disegno praticamente mai. Per lo più dipingo, la mia ragazza, ascolto musica, guardo film o seguo una serie tv, leggo un libro, mi drogo, sento gli amici, da domani (10/11/12) lavoro.
Ah, e suono anche il pianoforte.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Da sinistra verso destra: un manichino, una tazza per il latte usata come portapenne, una Nikon, una di quelle palle di vetro che quando le giri casca la neve (ma nella mia non casca nulla), una cassa da cui esce della musica, una gomma per cancellare, l’Intuos e la relativa penna che uso per dipingere, la tastiera i cui tasti vengono premuti per scrivere questa risposta, il mouse che muovo per cambiare traccia mentre scrivo questa risposta, il monitor da cui leggo le domande e le risposte di questa intervista, un cellulare, una quantità indefinita di fogli che risiedono sulla scrivania da mesi il cui contenuto è parecchio incerto e che ormai vivono di vita propria, due matite, anzi tre, un panda, un omino di zenzero con un cuore sul petto, una lampada, una PS3, dei sigari, 60€, uno sketchbook moleskine con le pagine vuote, un telefono, un televisore da 32′, della polvere, “Cent’anni di solitudine”.

Un disegno pesa quanto…
Quanto il peso del foglio sommato a quello dell’inchiostro, o della grafite in caso si usi una matita, penso.
Ma forse la domanda è più profonda, è possibile che si riferisca a quanto possa pesare sulla società moderna una sola immagine, una sola idea espressa attraverso il tratto di una mano su un foglio di carta, o un muro, o un monitor, e allora risponderei “abbastanza”.
È un linguaggio potente tanto quello delle parole, se non di più, quando si riesce a riassumere in poco il tutto.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Norwegian Wood di Murakami, senza aggiungere altro.
Indeciso tra Into the Wild di Penn (mai nulla cambiò il mio modo di pensare da quattordicenne quanto quel film) e Amores Perros di Inarritu, che è semplicemente Amores Perros di Inarritu e in quanto tale tutti dovrebbero volerne illustrare il poster.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Non mi viene in mente nessuno di cui valga la pena leggere un’intervista, soprattutto italiano – seguo poco l’arte.

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