7am | Jessica Soffiati

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Jessica Soffiati (qui il suo Tumblr – in costruzione).

Ciao Jessica, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ciao. Ho 27 anni, anche se mi soffermo ogni volta a pensarci, e sono mantovana trapiantata a Milano.
Scatto da 11 anni circa.

La tua attrezzatura?
Ho collezionato parecchie macchine fotografiche negli anni. Ho una biottica, alcune polaroid, qualche reflex analogica dagli anni 70 ai 90 e una Leica R4; ma alla fine mi ritrovo sempre a scattare con la mia Nikon d300s e quel che posso aggiungere all’occorrenza.
È questione di “empatia”, lei mi capisce.

Cosa fai quando non fai foto?
Il mio tempo libero lo passo sui blog di tendenze e di fotografia, sfoglio riviste internazionali, guardo film ma generalmente molte delle cose che faccio sono in qualche modo riconducibili alle mie ricerche. Non appartengo a quella categoria di fotografi che porta con sé ovunque una macchina.

Descrivimi la tua stanza.
Decisamente disordinata e straripante di riviste, libri, macchine fotografiche e vestiti ovunque. Poco personalizzata nell’uso comune del termine ma è frutto dei tanti traslochi e del mio sentirmi sempre un po’ precaria nei luoghi. Ho un’immagine della mia casa ideale, come atmosfera e come luogo ma per il momento uso il mio letto a metà. L’altra metà la occupano i libri che leggo, le riviste e il mio computer. Ecco perché preferisco dormire “altrove”.
L’uso distaccato che faccio degli ambienti “familiari” ad ogni modo mi aiuta ad “esteriorizzarli”. Non voglio creare immagini nostalgiche, vorrei piuttosto farne un “massimo comun divisore”.

La tua macchina fotografica pesa quanto…
Pesa molto solo dopo qualche ora che la porto, quando il peso dell’entusiasmo legato a un progetto affianca il peso della stanchezza fisica, allora me ne accorgo… è un po’ come quando la tua concentrazione è tanta e ti accorgi di aver dimenticato di pranzare solo quando il tuo stomaco emette dei fastidiosi lamenti.

Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Sarebbe apocalittico. Ma non in termini di catastrofe naturale. Piuttosto come uno scenario crepuscolare al limite di una grande rivelazione. Un film di Lars Von Trier o di David Lynch.

Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Ti consiglio Anna Adamo.

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