C&B al Lago Film Fest | Ultimo giorno

E alla fine arriva il giorno più atteso, quello per cui trepidano, quello che tutti aspettano da un anno in sordina e da dieci giorni in sardine, quello che chiude i giochi, che tira le fila, che mette in puntini sulle “i”: l’ultima serata! La tensione è alle stelle, le orecchie tese alla ricerca di anticpazioni, gossip, i muscoli tesi, le notizie si rincorrono impazzite come una muta di cani idrofobi per le stradine di Lago. Tutti, ma proprio tutti, si fanno una sola e unica domanda, La domanda, quella che da giorni riempie la testa di ospiti, collaboratori, visitatori, giudici e registi. E la domanda è:
Ma quanto è smorfioso Carlo? (Cioè nel senso quante smorfie fa quando fa le foto?)

Ah, non era questa la domanda? Per me sì… Ah, era l’altra?
Quale cortometraggio vincerà il primo premio del Lago Film Fest 2012?
Vabbè ma che è una domanda? Ma guarda a me ad esempio premevano più domande come: “Perché non ho visto neanche una rana vera?” oppure “Ahò, ma non è che dentro al lago ce stanno ‘e bisce de mare che me mozzicano?” o non ultima “Scusa, ma che sai il numero di telefono di quella ragazza bionda riccia?” [Risposta all’ultima domanda “Il numero di telefono? E che è? Casomai ho il feis, il tuitt, il flic, l’ist, il gugelplas… ma quanti anni hai C&B? Madonna che vecchio…”].

Ma siete sicuri sicuri? No, perché io vorrei ricordarvi che la giuria aveva come kapo capo quel certo giurato, Mad Max, che secondo me poteva far prendere una strana piega alla fase finale delle votazioni:

Giurato 1: a me è piaciuto molto il corto polacco…
Inglourious Hattler: è ziküro?
Giurato 1: è sicuro? Sì, sì è sicuro…
Mad Max: è ziküro? [prende dalla tasca un contenitore in pelle di alligatore sudamericano e tira fuori un bisturi odontoiatrico]

In effetti io alle votazioni c’ero (ho portato a tutti i gelati e i caffè) e devo dire che oltre a qualche momento di ilarità generale e un pizzone in faccia stranamente risparmiato dal candidato romano (sta mano po’ esse piuma la cosa è filata via liscia e anche io mi sono ritrovato d’accordo con il verdetto della giuria. Giuro.
Lo so che volete sapere il nome del vincitore, ma che pensate che prima non vi tenga qui almeno 33 minuti a parlare di altre cose. E che volevate il dettato del comunicato stampa? Ecchellallero.

Quindi cominciamo col dire una cosa che mi preme fortissimo: il Lago Film Fest è stata una di quelle esperienze che quando finiscono e te ne vai (in questo preciso istante sono sul treno che mi riporta in Patria, Roma. Patrioma) ti accorgi che la tua vita ha un pezzo in più. Un pezzo fatto di nuovi ricordi, nuovi amici, amici che magari non rivredai mai più ma, cristo santo sono amici, e non di quelli 2.0, proprio quelli 1.0. Gente che ti ha accolto, ti ha abbracciato calorosamente, ti ha chiesto continuamente come stavi solo perché te ne stavi lì con la tua solita espressione torva in faccia, e ti ha fatto pensare di trasferirti lì; gente che ti ha detto (testuali): C&B, scusa devo fare una manovra un po’ lunga per uscire da questo parcheggio. Roba che a Roma una frase del genere detta in mezzo al traffico scatenerbbe risate sguaiate, cric che saettano contro mascelle, dita medie alzate così in alto che sembrano voler toccare il cielo.
Insomma persone che, al contrario dei bei reportage di denuncia tipo questo:

http://www.youtube.com/watch?v=DujmOxKAfYw

che fa il buon Alberto Nerazzini (ormai amici per la pelle io e lui, stiamo già preparando un dossier sulla lobby dei registi cani nel Cinema Itagliano), ti dimostrano che l’Italia vera è bella, è bella davvero.
Mi sto rammollendo ve’? Sarà che ho dormito un’ora e non connetto, ma non vi preoccupate, da domani colazione al vetriolo per me e torna il Ciebbì che tutte avete imparato ad amare.

A proposito di amore. Ieri come avete visto abbiamo tentato la carta “adulazione in mondovisione” con la gallery di sirenette lagustri. Stamattina mi sono svegliato, sono uscito dalla stanza e ad aspettarmi ho trovato uno stuolo di nerboruti giovincelli (no, non erano quelli della Gioventà Hattleriana) che sembravano usciti da Warriors: alcuni roteavano nella mia direzione dei bastoni appena strappati a dei pini secolari. Mi hanno detto che erano i Principi Ranocchi, quindi dopo una mediazione che mi è costata due costole (mi è costolata, quindi) abbiamo firmato un armistizio che prevede la resa mia incondizionata e la realizzazione di gif dedicate all’universo maschile del Lago Film Fest. Ecco a voi i sirenetti el LFF:

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Certo quanti bei ragazzi al Lago, è proprio vero che:

Sto mettendo talamente tante gif in questi post che pare più il Giffone Film Fest che il Lago Film Fest. E invece no, era, è e sarà il Lago Film Fest. E speriamo che quello che Viviana Carlet (organizzatrice del fest, ragazza minuta e fortissima, che vale oro quanto il quadruplo del suo peso) ha detto durante la serata di premiazione non sia vero, che forse daranno in mano l’organizzazione del LFF ad altri (e che devo ricomincia’ tutto da capo?!). Spero invece che lei e la sua stupenda equipe continuino a fare il Lago Film finché non si prosicugheranno tutti i laghi del mondo, e anche quando succederà, io mi offro volontario per riempire coi secchi il fondo desertico: mi metto su un pedalò e coordino col megafono, ok?

Torniamo un attimo alla giuria vi va (Come? Avete già da tempo mollato la lettura e siete andati a vedere i vincitori sul sito ufficiale del Lago? Male, perché vi sareste persi la parte in cui parlo delle cose che hanno organizzato a latere del contest cinematografico, che sono tante e bellissime! Scem on you se sei andato via…)
Quindi quelli della giuria. Io li guardavo di sottecchi tutto il tempo e mi dicevo “Ma questi li ho già visti da qualche parte, non solo i due che vanno in tv, io manco ce l’ho la tv. No, è più una sensazione di deja vu delle attrazioni… Poi l’illuminazione: ma sono quelli di Oz! Sono loro! Sono lorOz! Ci sono tutti:

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IL LEONE coraggioso[/wpcol_1half] [wpcol_1half_end id=”” class=”” style=””]
LO SPAVENTAPASSERI timido[/wpcol_1half_end] [wpcol_1third id=”” class=”” style=””]
L’UOMO DI LATTA senza cuore, almeno a quanto dice lui[/wpcol_1third] [wpcol_1third id=”” class=”” style=””]
DOROTHY ragazzina impertinente che di fronte a una strega cattiva le fa una bella risata in faccia[/wpcol_1third] [wpcol_1third_end id=”” class=”” style=””]
e c’era pure il MAGO![/wpcol_1third_end]

Quindi la dimensione fabiesca non era un caso! Ero ad OZ e non me ne ero accorto, ma è colpa della mia daltonia, il verde smeraldo del fondo del lago era davanti agli occhi(alini) di tutti. Io ero la scimmia volante.
Aspettate che ho quasi finito di tessere le lodi del Lago Film Fest nella vana speranza di essere invitato di nuovo il prossimo anno (al limite mi accontenterie di una vacanza estiva nella casa nella Foresta Nera di Herr Hattler).

Insomma al Lago non si fanno mancare nulla, infatti oltre alla selezione di cortometraggi (ce n’erano per tutti i gusti, animazione, live action, documentari e sperimentali) sui ciottoli di Lago e sui moli del lago, si alternano performance artistiche (bella ed evocativa la processione che restituiva al lago gli oggetti che il lago “sputa” nel tempo sulle rive: remi rotti, rami ritorti, rovi rovinati, reti ricucite, rane o raganelle, rari reperti rotti, rurali ritrovati rincalcati).

E poi c’è l’Atelier FraSe. Che è la coppia di architetti che ogni anno si occupa di realizzare l’ingresso del festival e le istallazioni nella cittadina. Il lavoro è dei più difficili, provate voi ad immaginare un’invasione di oggetti necessari per un’accoglienza degna di questo nome (bar, sedute, impalcature per le luci) e farle diventare parte integrante di un borgo medievale che getta le sue fondamenta in un lago. L’ Atelier FraSe ci è riuscito.
Legno + ingegno, altro che Leroy Merlin

Ma c’è spazio anche per la carta stampata: al Lago infatti ha trovato spazio anche la distribuzione di un numero speciale di Banchie (quale nome poteva essere più adatto? Broccoli?): una fanzine su carta gialla che riporta alla mente gli anni dove xerox era sinonimo di cratività. Ecco la versione web (ma la versione web di una rivista cartacea non vi sembra sempre una contraddizioe in termini?)

Ok, la smetto. Scusate è che quando una cosa mi piace tendo a parlarne molto, dovreste vedere le orecchie delle vittime di sguardling come fumano. Passiamo alle cose serie. Parliamo di corti, vincitori e vinti, sindaci e sindacati, premiazioni e triccheballacche! Tamburino i tamburi, rullino i rullini, arpionino le arpe, spanzino le panze mostrate sui pedalò: ecco il vincitore del Lago Film Fest 2012:

A fábrica, Aly Muritiba, BRA, 2011

Bello. Bello. Bello. Un cortometraggio che è poesia (ma non altisonante o noiosa), un corto breve che è potente come un film gigante. Brasiliano (d’altronde i giurati venuti dal Brasile… ops), attori estasianti, montaggio e regia che molti registi dovrebbero guardare, di quelle regie che riesce a fare dalla più semplice delle cose (un’inquadratura in piano americano di una signora in un stanza) la perfezione filmica.
Bravi (e belli) i giurati! Adesso posso fare la Iena?! Dai mandatemi a fare le canzoncine e le pernacchie a Carolina Crescentini. Oppure come Fabio Volo con la Marcuzzi.

***

Ecco tutti in fila i vincitori di tutte le categorie a latere in uno stralcio di comunicato stampa:

Se la giuria internazionale diretta dal visual artist Max Hattler e composta da Alberto Nerazzini, Angela Rafanelli, Andrea Martignoni e Sebastiano Barcaroli ha premiato il brasiliano A Fabrica, cortometraggio intenso e drammatico sui carcerati in Brasile, quella popolare formata dal pubblico del Lago Film Fest ha scelto il documentario Not To Be firmato da Chelsea McMullan e prodotto da Fabrica, come miglior film dell’ottava edizione.

Questo è il verdetto annunciato sabato 28 luglio nel corso della cerimonia di chiusura del Lago Film Fest, Festival Internazionale di Cortometraggi, Documentari e Sceneggiature che da otto anni si svolge a Revine Lago (TV) sotto la direzione artistica di Viviana Carlet.

La lista delle opere premiate si completa con il russo INSIGNIFICANT DETAILS OF ACCIDENTAL EPISODE di Mikhail Mestetskiy (MENZIONE SPECIALE MIGLIOR FILM SEZIONE INTERNAZIONALE), il finlandese KUHINA di Joni Männistö (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE SEZIONE INTERNAZIONALE), gli italiani LE FOBIE DEL GUARDRAIL di Marco Capellacci (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM ITALIANO) e CUSUTU N’ CODDU di Giovanni La Pàrola (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM DI FICTION SEZIONE ITALIA), lo spagnolo VOICE OVER di Martin Rosete (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM SUI GENERIS), il finlandese KÄDESSÄNI di Hannu-Pekka Peltomaa (MENZIONE SPECIALE SUI GENERIS), lo spagnolo INERTIA di Carlos Irijalba (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM NUOVI SEGNI), il russo HERMENEUTICS di Alexei Dmitriev (MENZIONE SPECIALE NUOVI SEGNI PER IL MIGLIOR USO DELL’IMMAGINE), lo svizzero DIE NAMENLOSEN (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR DOCUMENTARIO NUOVI SEGNI), PICCOLA TERRA di Michele Trentini (MENZIONE SPECIALE SEZIONE VENETO), l’italiano C’ERA UN FIENILE di Beppe de Caro scelto da una giuria di 400 bambini per il PREMIO UNICEF AL MIGLIOR FILM PER BAMBINI.

Sul fronte delle sceneggiature, in totale 8 finaliste su una centinaio pervenute da tutta Italia per concorrere al Premio Rodolfo Sonego, la giuria formata da Antonello Rinaldi, Doriana Leondeff, Emilio Bolles, Manlio Piva, Marco Maccaferri, Rita Di Santo, Silvia Napolitano, Alexis Sweet, ha deciso di non premiarne alcuna ma di assegnare una menzione a “Roberta” di Giordano Vanacore per la qualità della scritture del testo e del soggetto originale.

Ci tengo a sottolineare che l’animazione non mi è piaciuta, il corto sui generis invece sì (ah, il primo bacio. Ma che bello che è il primo bacio. Il primo bacio è l’apostrofo rosa tra le parole “Da ora in poi è solo” e “decomposizione”).

Io a fine premiazione mi sono alzato da in fondo alla sala prato e ho urlato: ANCHE IO VOGLIO DARE UN PREMIO! UN PREMIO A TERGO! IL MIO BROCCOLO D’ORO VA AL TERGO DELLA RAGAZZA BIONDA RICCIA!, poi i Carabinieri del paese mi hanno preso e trasportato nelle patrie galere mentre urlavo sono un broccolino vero! Non sono un broccolino di legno, restituitemi al lago, che torno in bocca alla balena.
Quindi. Oltre al fatto che si è visto benissimo che i viaggi in treno sono la cosa più noiosa del mondo e avere un computer con cui scrivere è deleterio, abbiamo capito che C&B quando dice una cosa la fa: avevo promesso foto di tette! E foto di tette… no, non ce ne sono! Ci ho provato ma pure loro se invitano la Rafanelli invece della Blasi non è colpa mia.

Riassumendo: Lago Film Fest stupendo. Viviana e Carlo coppia dell’anno, non credete a chi dice che sono William e Kate. Giurati da fiaba. Ciebbì ipnorospo obnubilato dalle sirene del lago. Redazione di Frizzifrizzi pentita, credeva avrei parlato di film. Lettori con un attacco di diabete da stroncare un cavallo.
A trionfare è il bel Cinema.
Ciao e al prossimo anno. Io ho già comprato la muta da sub perché cascasse il mondo il prossimo anno voglio trovare la locomotiva della guerra inabissata.

Aspetta!!!
Questo post si sta trasformando in quella scena di Hollywood Party devo assolutamente fare la BROCCOL’S LIST. Eccola qui:

– Viviana (quando si dice: la forza della natura);
– Carlo (daje);
– Michele (domani sono da te a Londra, parto ora in pedalò);
– Ester (continuano a non piacermi per gnente, che ce posso fa’);
– Angela, Alberto, Andrea, Sebastiano (a giudicare dall’affiatamento non stento a credere che eravate d’accordo già da prima, indagherò);
– Clara (guidi benissimo!);
– Emiliano (quel pedalò inabissato non è colpa mia);
– Rita, Marta, Ester e tutte le sirene del lago (sì, si chiama sguardling, l’ho inventato io… Come? L’altro lo fa meglio? Ah.);

insomma a tutti voi: grazie, alla fine due anni e mezzo di quotidiana beneficenza culturale su ChickenBroccoli sono valsi a qualcosa. Domani chiudo.
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DRIIIIN
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Pronto? Sono ciebbì. Chi è?
È ziküro?

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