Bloc | Cronaca di un #epicfail

Cosa succede quando sono praticamente sei mesi che ti prepari spiritualmente per uno dei festival che si preannuncia il più bello del 2012? Succede un bel disastro, ecco che succede.
E’ passata poco più di una settimana dal weekend del Bloc a Londra e ancora mille domande rimangono aperte. Immagino avrete già avuto tutti le news, letto gli aggiornamenti online, chiesto chiarimenti ai dj tramite facebook o twitter per cui saprete già che il festival è stato un fallimento. Purtroppo.

Premetto di non averne mai organizzato uno però sembra proprio che quest’anno l’abbiano fatta grossa. In tutti i sensi.
Erano giorni che pregustavo la line up ma, con grande delusione di tutti, siamo arrivati solo alla metà della prima giornata (di due).
L’inizio del viaggio, forse, doveva già farmi preannunciare che non sarebbe stato tutto rose e fiori: ritardi aerei, mille problemi per arrivare all’hotel e un bel po’ di gente già dalle prime ore di sabato.

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Dopo aver ammirato la favolosa location dei Pleasure Gardens, insieme a degli amici abbiamo iniziato a perlustrare la zona. Gira e rigira, studia il programma e la prima tappa è allo Stubnitz dove abbiamo avuto modo di sentire Deadboy in santa pace. Certo, si moriva già di caldo, ma erano anche le cinque del pomeriggio.

Ci muoviamo, facciamo un salto al palco di RA dove la situazione inizia ad apparire un poco incasinata. La gente accalcata sotto al tendone non aveva grande libertà di movimento, così dopo poco abbiamo deciso di dirigerci al Dome dove ascoltiamo T Williams b2b Dusky. Qui la situazione è ancora tranquilla e vivibile: la gente inizia ad arrivare. Aspettiamo le 8, usciamo e ci dirigiamo di ritornare allo Stubnitz. Affrontando una fila – diciamo – consistente. Dato che la nave può contenere solo un determinato numero di persone, ci mettono in fila per bene aspettando che qualcuno decida di lasciare una delle location più belle del festival.

Fortunatamente non dobbiamo attendere molto, nel giro di 20 minuti, se non ricordo male, riusciamo ad entrare: giusto in tempo per sentire mezzo set di Spencer e prendere posto. Mentre saliamo e ci guardiamo indietro, vediamo che la fila inizia davvero ad affollarsi. Sono le 8.30 circa.
Alla fine decidiamo di rimanere sulla nave fino a che ci è possibile, dato che per Amon Tobin era impossibile entrare (non facevano più passare nessuno).

Riusciamo a sentire Oneman e a fare un salto anche nella famosa sala segreta della Boiler Room al piano di sopra dove c’era nientepopodimenoché Richie Hawtin. Fin qui tutto bene, eravamo in una specie di sottomarino, figuriamoci se riuscivamo a capire quale fosse la situazione fuori.

La serata prosegue con Loefah e con Boddika. Non fa in tempo a metter 4/5 pezzi che l’MC blocca tutto. Abbiamo visto la faccia degli altri dj sbiancare: è quasi l’una ma si deve sgomberare. C’è la polizia di fuori e devono chiudere tutto. Ci guardiamo tutti in faccia cercando di realizzare la situazione ma non c’è alcun dubbio da risolvere dato che la gente inizia mestamente ad uscire.

Dopo 20 minuti, ci troviamo nel bel mezzo del parco circondati da una folla di gente che si lamenta battendo sui container; altre persone che si avviano verso l’uscita, altri che tentano di rientrare per recuperare gli amici persi. Polizia e ambulanza in continuo movimento; alla quarta risposta ufficiosa capiamo che proprio non c’è più nulla da fare. E la speranza di poter recuperare almeno la serata di sabato sfuma da lì a poche ore (salvo – fortunatamente – un party dell’Hyperdub in centro che ha salvato il weekend di molti!).

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Insomma, cosa è successo? A dirla tutta non è che sia ancora chiaro, ma, detta proprio in soldoni, pare che abbiano venduto più biglietti rispetto alla capacità del posto. So che può sembrare assurdo, ma è proprio così. Non solo: ovviamente la marea di gente piena di aspettativa che ha invaso il festival si è accalcata per cercare di sentire gli artisti per cui aveva pagato, con la conseguenza di resse, risse e feriti.

Nessuno di noi si capacita ancora della situazione: se è l’ennesima volta che gli organizzatori si impegnano a realizzare questo festival, cosa è andato storto? Forse non avevano previsto tutta la gente? Davvero per me e per chi era con me è ancora un mistero sapere come si sia potuto incappare in questo tipo di errore. Premetto di nuovo che io non ho mai organizzato nessun festival, ma un’idea dei biglietti venduti e della capacità del posto uno dovrebbe averla, giusto? Anche perché non è la prima volta che ai Pleasure Gardens viene organizzato un festival.

Attualmente si sta ancora investigando per capire chi sia il responsabile e come si siano svolti i fatti. Di seguito uno degli ultimi update della pagina Facebook mentre trovate altre news sul loro sito web.

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