Come ho imparato a fare un tiramisù al tè da Chà Tea Atelier

La cucina mi ha sempre affascinata, ogni volta che mi avvicino ai fornelli sogno di fare cannelloni ripieni, teglie di parmigiana o torte a più piani, finendo inevitabilmente per mangiare uova al tegamino o, se proprio voglio impegnarmi, una torta che viene bene pressoché a tutti (quella al cioccolato e cocco della Cameo).
Quindi alla fine ho capito che posso solo permettermi di guardare programmi o sfogliare libri culinari delegando poi, a terzi, le ricette che vorrei mangiare (scampandomela con la fatidica frase “tu cucini io porto da bere”, che tanto son comunque tutti felici).

Quando però ho ricevuto l’invito da Chà Tea Atelier piccolo e affettuoso luogo che ho conosciuto quest’inverno per cucinare il tiramisù al tè, non ho potuto dire di no.
Che c’entra il tiramisù con il tè?
L’ho pensato anche io, soprattutto perché l’unica e inimitabile versione che conosco è il classico tiramisù con litri di caffè e grandi spolverate di cacao, ma mi sono ricreduta.

Le versioni cucinate con Gabriella (che fortunatamente ha preparato la crema, identica a quella della versione classica e quindi fatta con uova-zucchero-mascarpone) sono state due: una con il tè verde Matcha e l’altra con il tè nero fermentato Pu’Er. Dopo aver preparato le tazze di tè (per il tè verde l’acqua deve avere una temperatura di 75°, bisogna utilizzarne 3 g per 150 ml d’acqua e l’infusione deve durare 2-3 minuti, mentre per il tè nero fermentato Pu’Er la temperatura dell’acqua deve essere di 95°, sempre 3 g per 150 ml d’acqua e 4 minuti d’infusione) il procedimento è più che semplice: si prendono gli immancabili Pavesini, si imbevono per bene nel tè e si dispongono nella teglia (o nel bicchierino), dopodiché si cospargono abbondantemente di crema e infine, sopra quest’ultima, si spolvera il tè in polvere per dargli ancora più sapore.

Ripetete, ripetete, ripetete ed ecco a voi il vostro tiramisù bello che pronto. Sicuramente il mio non è venuto perfetto come quello di Gabriella, ma vi assicuro che il sapore non era niente male.
Sempre detto io che avrei dovuto fare la cuoca.

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