7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Giacomo Garelli (qui il suo blog).
Ciao Giacomo, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Ciao, sono nato ad Ancona e ho 34 anni. Illustrare è stato sempre un mio sogno e solo da due anni ho iniziato a comprendere cosa significa applicare questo ad un racconto.
Matita o penna grafica?
Generalmente lavoro con matite, carboncini, pennelli e tutto quello che si può usare su una superficie cartacea o di altro genere. Ultimamente penso seriamente a lavorare con il digitale: è un campo in espansione che offre notevoli vantaggi, uno di questi è il comando “undo”!
Cosa fai quando non disegni?
Leggo, guardo libri illustrati, vado a vedere mostre, ma soprattutto amo passeggiare ovunque, in città, in un bosco. Mi vado a cercare i luoghi meno frequentati ma anche quelli affollati e osservo.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Lavoro su di un tecnigrafo e sopra praticamente c’è di tutto: pile infinite di libri fotografici, di storia dell’arte, monografie dei miei pittori preferiti, computer, pennelli, tavolozza, colori e qualsiasi cosa di cui ho bisogno per svolgere il lavoro senza staccarmi dallo sgabello.
Un disegno pesa quanto…
A farlo, pesa poco. Una volta finito è come un figlio.
Dopo un po’ di tempo (meno di un giorno circa) non vedo l’ora di farne un altro.
Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
“Dieci Piccoli indiani” di Agatha Christie e per il film direi “Il Posto delle fragole” di Ingmar Bergman.
Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Marco Lorenzetti, Andrea Alemanno, Srimalie Bassani, Cinzia Donvito, Michela Caputo, Daniele Diella e Nadia Campanotta, tutti pieni di talento e di entusiasmo nell’affrontare la carriera di illustratore.