The devil amongst the tailor | un tavolo multiuso per gli spazi pubblici

Noi abbiamo la briscola, la scopa, il tressette, il biliardo, il biliardino e le freccette: i giochi da bar. Gli inglesi – e gli scozzesi, e gli irlandesi – hanno i giochi da pub. Alcuni indentici ai nostri, altri più esotici come ad esempio il Devil amongst the tailor, che è una sorta di gru alla quale è appesa una palla (il diavolo) che viene fatta oscillare cercando di colpire i nove birilli (i sarti) che stanno alla base. Poi immagino si vinca un bicchierino di whiskey ed una lager.

Il nome del gioco – che non c’entra niente con il post, ma chi sono io per negarti una curiosità degna della Settimana Enigmistica? – deriva da una sommossa dei sarti inglesi che a fine ‘700 minacciarono di linciare gli attori per via di una commedia che pensavano fosse offensiva nei loro confronti. Arrivate le guardie a cavallo, queste dispersero i sarti in collera e li buttarono letteralmente giù come birilli. Da qui il nome del gioco. Che è pure il nome di un bel pezzo degli At the drive in (pure questo te lo dico per dovere di cronaca, ma se non conosci il gruppo questo è il momento giusto per approfondire) e – torniamo finalmente sul pezzo – dà pure il nome ad un tavolo artigianale progettato dallo studio inglese Aberrant Architecture su commissione del magazine Wallpaper*, realizzato in collaborazione con Benchmark, produttore – sempre inglese – di mobili ecosostenibili, utilizzando legname americano – noce, frassino, acero e ciliegio – e presentato durante la settimana del design milanese.

L’idea è quella di avere un tavolo perfetto per gli spazi pubblici di oggi (ecco che arriva il terzo “non tutti sanno che…”: pub non è che l’abbreviazione di public house, più o meno l’equivalente dei nostri circoli, case del popolo e dopolavoro, solo che noi, con eterno e immarcescibile spirito coloniale – dalla parte dei colonizzati, però – abbiamo pensato bene di importare le loro, viceversa gli inglesi preferiscono tenersi ciò che hanno e solo la Germania di Hitler ha importato, con successo, l’invenzione mussoliniana del dopolavoro).
Un tavolo, dunque, pensato per tutti quei locali forniti di wi-fi dove poter passare una mattinata o un pomeriggio a lavorare, per poi staccare la spina (del computer) e metterti a sparare cavolate in stile british insieme agli amici, davanti ad una birra fredda e a un gioco di società.

Con The devil amongst the tailor puoi far tut to senza bisogno di alzarti dal tavolo, grazie ad una nicchia appositamente ideata per pc e documenti, una lampada ed un cassetto che, finito il lavoro, si trasformano in un tavolo da osteria con tanto di diavolo e sarti incorporati.
Queste sono le idee da importare, a patto di impacchettarle insieme all’abitudine – così poco italiana, nonostante negli ultimi tempi la tendenza stia un po’ cambiando – di non utilizzare bar e locali come tappe mordi-e-fuggi di mattinate e serate sempre di corsa.

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